L’inchiesta della Procura mette in dubbio chi sia il reale proprietario del Milan: con questo scenario può slittare la questione stadio
Passato lo shock per l’incursione della Guardia di Finanza a Casa Milan, nell’ambiente rossonero è tempo di riflessioni. Più passano le ore, più è possibile costruire degli scenari che siano in qualche modo verosimili, se non veri. Le indagini andranno avanti e accerteranno cosa c’è di reale nelle accuse della Procura, ma al momento il quadro è nebuloso e per certi versi inquietante, al punto da mettere a rischio molti progetti dell’attuale società rossonera. Stadio compreso.
A parlarne, in maniera chiara e netta, è stato ai microfoni di TvPlay il giornalista Tobia De Stefano. La sua ricostruzione di quanto accaduto in queste ultime ore attorno a RedBird, a Elliott e ai vertici del club, fa emergere un quadro non certo positivo per quelle che potranno essere il futuro del Milan a breve termine.
Il punto focale dell’indagine aperta dalla Procura è infatti proprio questo: chi è davvero il proprietario del Milan? Dovesse essere accertato che la proprietà non sia però mai passata effettivamente di mano, il rischio per il Milan potrebbe diventare importante, almeno sul piano economico. Una situazione così delicata potrebbe infatti far crollare le possibilità di terminare, in tempi non eccessivamente lunghi, la trattativa per lo stadio del Milan, uno dei progetti cardine degli attuali vertici del club.
In attesa di capire cosa emergerà davvero dalle indagini della Procura, visto e considerato che Elliott non sarebbe nuova a operazioni di questo tipo, simile a quanto avvenuto non molti anni prima al Lille, è chiaro ed evidente che in questo momento tutte le grandi manovre finanziarie riguardanti il club rossonero potrebbero essere congelate: dal possibile inserimento con un’importante quota societaria del fondo arabo Pif alla ormai secolare questione stadio.
Del primo punto, De Stefano ha parlato in maniera piuttosto chiara: “Sembra che ci fosse in atto una trattativa in corso per vendere una minoranza del Milan, circa il 41%, al fondo Pif. Il rischio che ormai sia saltata però c’è“.
Un problema non da poco per il club, che con l’ingresso in società di un’azionista così forte avrebbe potuto accelerare nella crescita sotto ogni punto di vista, da quello sportivo a quello, appunto, economico. L’altro grande punto frenato dalle indagini della Procura potrebbe essere infatti proprio quello stadio da lungo tempo chiacchierato e desiderato, ma mai del tutto concretizzato.
“In ballo ci sono tante cose“, ha spiegato De Stefano, aggiungendo: “C’è la questione stadio, con l’acquisto di un terreno a San Donato per 40 milioni fortemente voluto da Cardinale per cercare di abbellire il Milan e renderlo ancora più appetibile sul mercato. Tutto questo, con l’apertura dell’indagine, potrebbe rallentare“.