Tutta la verità sulle indagini della Finanza in Casa Milan ed i motivi delle contestazioni. Ma c’è anche un esempio in Gran Bretagna.
Tutti col fiato sospeso in casa Milan. Non tanto per la gara di coppa di domani contro lo Slavia Praga che vale l’accesso ai quarti di Europa League. Bensì per la perquisizione a sorpresa della Guardia di Finanza nella giornata di ieri, con l’intento di accedere a documenti societari riguardanti il passaggio di proprietà del 2022.
Nel mirino le manovre reali che hanno portato un anno e mezzo fa il fondo RedBird Capital a diventare socio di maggioranza e controllore dell’AC Milan, dopo l’accordo con Elliott Management. Gli inquirenti però indagano sul fatto che il fondo della famiglia Singer sia ancora realmente a capo del club, vista la manovra particolare messa in atto.
Nel mirino della GdF proprio la particolare gestione dell’acquisizione: RedBird per ottenere la maggioranza del Milan non ha chiesto il classico prestito alle banche o agli istituti di credito. Bensì ha utilizzato Elliott come vendor loan, facendosi anticipare 550 milioni da rimborsare (con tasso di interesse del 7%) entro fine 2025. Così che gli ex proprietari generassero intanto una plusvalenza sulla vendita del Milan, mantenendo però una certa partecipazione temporanea, con tanto di propri esponenti nel CdA.
La transazione effettuata tra Elliott e RedBird non ha nulla di illecito. Si tratta di una pratica di passaggio di proprietà e poteri meno comune, ma comunque fattibile in ambito finanziario. Allora cosa viene contestato ai proprietari del Milan? Semplicemente la poca trasparenza a livello giuridico, contrattuale e gestionale.
L’ipotesi, come spiega Alessandro Giudice sulle pagine del Corriere dello Sport, è che i PM stiano valutando l’ostacolo alla vigilanza della FIGC e della Covisoc sulla titolarità delle azioni Milan, che a detta degli inquirenti potrebbero essere ancora di proprietà Elliott. Nonostante tutte le carte, consultabili pubblicamente, vedano RedBird come socio di maggioranza e controllore principale del Milan.
Per questo le indagini stanno puntando le figure dei due ultimi amministratori delegati rossoneri. Ivan Gazidis e Giorgio Furlani sono indagati proprio per aver omesso determinate comunicazioni sulla gestione del club. La vicenda è davvero complessa e sembra un caso giuridico tutto italiano, visto che all’estero spunta un precedente che non ha fatto tutto questo rumore.
Il Manchester United, quotato alla Borsa di New York, ha visto l’ingresso dell’imprenditore Jim Ratcliff come socio di minoranza con l’acquisizione del 25% delle quote, attraverso varie classi di azioni. La famiglia Glazer, storica proprietà dello United, mantiene ancora una quota superiore, che li rende azionisti di maggioranza ancora oggi. Ma un accordo scritto tra le parti ha nominato Ratcliff come gestore e controllore operativo del club di Premier League. Non è dunque chiaro chi sia il vero proprietario, ma in Gran Bretagna nessuno ha mai indagato o si è interessato alla situazione.