Domani importante summit a Palazzo Marino per discutere del futuro del Giuseppe Meazza: i club ascolteranno le idee di WeBuild.
Il Milan ha San Donato come priorità, invece l’Inter ha ribadito la volontà di trasferirsi a Rozzano. Sul tema stadio le due società hanno le idee chiare, ma sanno anche che l’iter per ottenere il via libera per costruire è lungo e l’esito oggi non può essere garantito. Di conseguenza, stanno ascoltando anche le proposte che vengono da Milano.
Il sindaco Giuseppe Sala è tornato alla carica sul tema della ristrutturazione di San Siro, sperando di convincere entrambe le squadre o almeno una ad abbandonare l’idea di trasferirsi fuori città. WeBuild, colosso italiano delle costruzioni, si è fatto avanti per elaborare un progetto che vada nella direzione di trattenere Milan e Inter alla Scala del Calcio. Operazione non semplice, perché effettuare i lavori durante la stagione sportiva comporta inevitabilmente una riduzione della capienza e quindi minori introiti. I club non hanno la possibilità di giocare in un impianto differente, nessuno ha una capienza simile al Giuseppe Meazza.
Venerdì mattina i rappresentanti di Milan e Inter si recheranno nuovamente a Palazzo Marino, dove avranno l’occasione di parlare nuovamente con Sala ma soprattutto di confrontarsi direttamente con i manager di WeBuild. Sarà il primo incontro ufficiale con tutte le parti presenti, ciascuna metterà sul tavolo le proprie argomentazioni e si cercherà di capire se esista la possibilità concreta di ristrutturare San Siro.
I colleghi di Calcioefinanza.it hanno rivelato che esistono tre diverse opzioni che WeBuild ha elaborato per venire incontro alle esigenze delle squadre:
Non rimane che attendere domattina per capire quale sarà l’esito del vertice Milan-Inter-WeBuild-Sala. I club si sono sempre detti scettici sull’ipotesi di rimanere a San Siro in futuro, però una ristrutturazione “light” per renderlo migliore nei prossimi anni può essere una soluzione che accontenta tutti, anche se in tal caso si porrebbe comunque un problema di carattere economico: chi paga?