I club milanesi sono pronti a confrontarsi con WeBuild per discutere del futuro della Scala del Calcio: la posizione rossonera rimane comunque molto chiara.
Il Comune di Milano non si arrende e spera ancora di convincere Milan e Inter a rimanere a San Siro, abbandonando i piani per dei nuovi stadi fuori città. Il sindaco Giuseppe Sala si è detto fiducioso di riuscire nel suo intento, anche perché giudica tutt’altro che semplici le piste San Donato e Rozzano.
In realtà, il Milan è molto fiducioso di riuscire ad andare fino in fondo con il suo progetto su San Donato. L’iter è lungo, però Gerry Cardinale è convinto che sarà in grado di regalare ai tifosi un nuovo impianto moderno per la stagione 2028/2029 o al massimo per quella successiva. Dipenderà innanzitutto dalla tempistica necessaria per concludere l’Accordo di Programma e arrivare alla votazione decisiva del Consiglio Comunale. Superati questi passaggi chiave, bisognerà vedere come procederanno i lavori di costruzione dell’opera e delle altre strutture che sorgeranno attorno.
Pur avendo come priorità il trasferimento a San Donato, il Milan vuole comunque ascoltare e valutare le proposte riguardanti San Siro. Stesso discorso per l’Inter, che ha Rozzano come piano A. In questo momento c’è sul tavolo un’ipotesi di ristrutturazione della Scala del Calcio, con la società italiana WeBuild che si è fatta avanti per realizzare un progetto da sottoporre entro maggio.
Nella giornata di venerdì dovrebbe avere luogo un incontro tra Sala, i rappresentanti di WeBuild e quelli di Milan Milan e Inter. La sede sarà quella del Comune di Milano, ovvero Palazzo Marino. Lì si erano già recati il presidente rossonero Paolo Scaroni e l’amministratore delegato nerazzurro Alessandro Antonello per un confronto durato mezzora con il sindaco. Stavolta il summit dovrebbe durare di più e sarà interessante sapere se WeBuild offrirà argomentazioni convincenti per i club.
La multinazionale italiana ritiene di poter ristrutturare San Siro limitando al minimo le perdite economiche delle due squadre, che ovviamente durante i lavori non potranno sfruttare la capienza massima. Ci sono più ipotesi allo studio, perché questo è un tema centrale. Non potendo trasferirsi in un altro impianto sportivo (non ce n’è nessuno abbastanza grande in Lombardia), Milan e Inter non possono permettersi di rinunciare a ingenti ricavi. Non a caso, il piano iniziale era quello di realizzare uno stadio condiviso proprio in zona San Siro. Poi, è tutto naufragato. Vedremo cosa uscirà fuori dal confronto di venerdì.