Il Genoa non ha digerito quanto successo nella partita contro l’Inter: il presidente Zangrillo se l’è presa con il centrocampista nerazzurro.
L’ultima giornata di Serie A è stata caratterizzata da delle polemiche legate ad alcuni episodi arbitrali. Venerdì sera in Lazio-Milan è stato Marco Di Bello a finire nel mirino della critica per delle decisioni prese nei confronti della squadra biancoceleste, che per bocca del patron Claudio Lotito ha persino annunciato l’intenzione di rivolgersi alle istituzioni “preposte”.
Lunedì sera, invece, c’è stato l’incredibile rigore concesso all’Inter da Giovanni Ayroldi, che richiamato dal VAR ha comunque confermato una decisione di campo sbagliata. Ovviamente, il Genoa si è arrabbiato per quanto successo. A maggior ragione considerando l’eccessiva reazione di Nicolò Barella al contatto con Morten Frendrup. Incomprensibile come possa essere stato assegnato un penalty per un contrasto che fa parte della normale dinamica di gioco, non c’era nessun fallo del giocatore rossoblu.
Erano attese e sono arrivate le dichiarazioni di Alberto Zangrillo, presidente genoano, che a Rai Radio 1 si è sfogato: “Gli arbitri non sono aiutati. Spesso, come l’altra sera, vengono tratti in inganno dalle urla laceranti di calciatori che piroettano come pagliacci simulando traumi inesistenti. Poi tu vai a vedere e noti che quello che mima di aver subito un trauma craniale alla fine ha preso una pedata nel culo, figlia di un normale contrasto di gioco. Non parlo solo di Barella, sono cose che capitano ogni domenica. Inoltre, il nostro allenatore che non sgambetta come un tarantolato e non importuna il quarto uomo, anche perché quando prova ad alzare il dito viene ammonito o espulso“.
Zangrillo non ha digerito il comportamento di Barella, che ha simulato di aver subito chissà quale fallo, e non si capacita del fatto che ad Ayroldi non sia stata mostrata un’immagine emersa successivamente e che lo avrebbe convinto a non assegnare il rigore: “Non so perché sia successo, sicuramente è una cosa che non fa bene allo sport e non fa bene al calcio. Bisogna lavorarci, non urlando e blaterando però. Voglio puntualizzare una cosa: i nostri calciatori sono persone per bene, professionisti che rispondono a un codice deontologico. Se un mio giocatore simula e si piroetta come un tarantolato viene punito, questo purtroppo non viene applicato in squadre di grande blasone. Quello che ha fatto Barella è sotto gli occhi di tutti. È un calciatore della nazionale e un professionista, però quando vedi che fa sette piroette con urla laceranti perché un avversario lo tocca dopo aver toccato il pallone è chiaro che l’arbitro viene tratto in inganno“.