Lazio-Milan, l’arbitro Di Bello è finito nella bufera per le sue decisioni in gara: la scelta di Rocchi sul fischietto
Marco Di Bello, volente o nolente, è stato il protagonista assoluto di Lazio-Milan. Non Noah Okafor, che ha deciso il match all’88’ regalando tre punti fondamentali ai rossoneri tantomeno la giocata di uno dei tanti campioni in campo.
L’arbitro, come detto, è riuscito a scontentare tutti, soprattutto i padroni di casa della Lazio che hanno protestato in maniera feroce sia durante la gara che nel post partita, per bocca del presidente Claudio Lotito. Il match è terminato con un gol annullato a Rafa Leao e ben tre espulsi, tutti biancocelesti. Luca Pellegrini ad inizio secondo tempo per doppio giallo, poi cartellini rossi diretti sia a Marusic che a Guendouzi arrivati in pieno recupero.
Una direzione di gara che sembra non aver convinto appieno i vertici dell’AIA che hanno valutato la sua prova e sono pronti a prendere i provvedimenti necessari in vista delle prossime settimane.
Stando a quanto afferma la Gazzetta dello Sport nella sua edizione online, infatti, il designatore degli arbitri Gianluca Rocchi e tutta l’Aia non sembrano aver gradito la gestione dell gara da parte dell’arbitro brindisino e sono pronti ad una decisione quasi estrema.
Riguardo a tutti i casi controversi capitati nella gara, ha sbagliato di utto e di più. Unica decisione corretta quella relativa al contatto tra Maignan e Castellanos, con la mancata concessione del rigore ai biancocelesti. Rocchi, invece, non ha gradito affatto l’espulsione rifilata a Guendouzi per un fallo di reazione presunto nei confronti di Pulisic sul quale il Var non è intervenuto nonostante potesse farlo.
La gara è diventata nervosa ed accesa per le sue decisioni che non hanno convinto, come in occasione del momento di gara che ha poi portato all’espulsione di Pellegrini. Nella circostanza, con Castellanos a terra, avrebbe dovuto fermare il gioco e consentire i soccorsi all’attaccante.
Una serie di decisioni che gli costeranno quindi un mese di stop. Un provvedimento che non è una novità per Di Bello, già fermato per 36 giorni ad inizio stagione. Di Bello, infatti, fu colpevole della mancata concessione del rigore al Bologna per un fallo di Iling-Junior ai danni di Ndoye in Juventus-Bologna.
Era il 27 agosto e Di Bello tornò in campo il 2 ottobre. Se i tempi dovessero confermarsi anche stavolta, possibile rivedere in campo l’arbitro di Brindisi non prima di metà aprile.