Gandini, ex manager rossonero, ha fatto alcune rivelazioni su dei mancati acquisti del passato e ha punzecchiato l’attuale società.
La storia di ogni club è fatta anche di rimpianti per alcune operazioni di mercato che non si sono concretizzate. Ovviamente, anche il Milan non è esente da tutto questo.
Sono tanti i campioni che sono transitati in maglia rossonera, quindi è andata comunque bene, però poteva andare pure meglio. Sfortunatamente, ci sono state anche delle scelte sbagliate o situazioni che non sono sempre dipese dal club. Umberto Gandini è stato dirigente del Milan dal 1993 al 2016: prima direttore dell’organizzazione sportiva, poi team manager e infine direttore esecutivo dell’area sportiva. Ne ha viste tante.
Xavi, Pogba e Pioli: parla Gandini
Prima di Napoli-Barcellona c’è stata una conferenza stampa nella quale Xavi, attuale allenatore blaugrana, ha dichiarato di aver rifiutato il trasferimento a Milano nonostante una ricca offerta. Gandini, intervenuto a Radio TV Serie A, ha spiegato la sua versione dei fatti: “A 19 anni Xavi era del Milan, ma la madre fece saltare tutto“.
Oltre alla leggenda del Barça, c’è un altro nome noto che avrebbe potuto approdare in rossonero: Paul Pogba. Sul suo mancato arrivo Gandini si è così espresso: “Ci fu offerto, ma Galliani disse no perché non voleva spendere così tanto per un giovane“. Il riferimento è al 2012, quando il centrocampista francese era tesserabile a parametro zero ed evidentemente Adriano Galliani decise di non spendere la cifra richiesta da Mino Raiola per le sue commissioni. Invece, fu la Juventus a sostenere quell’investimento ad assicurarsi un giocatore che poi ha raggiunto ottimi livelli.
Parlando del presente, l’ex dirigente rossonero ha spezzato una lancia a favore di Stefano Pioli, spesso criticato: “È un eccellente professionista, tuttavia non ha un ruolo semplice. Non è facile interloquire con una società che non ha i fondamentali per la gestione di una squadra“. Gandini punta il dito contro la dirigenza, a suo avviso poco esperta per gestire il Milan. Non è l’unico a pensarla così. Ci sono un po’ di cose da migliorare.