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Milan News

Ibrahimovic: “Lavoriamo per un nuovo inizio. Mancherò più io a San Siro che lui a me”

Anche Zlatan Ibrahimovic ha risposto alle domande del Financial Times, nell’incontro su calcio e business che si sta svolgendo a Londra.

Se si parla di Milan di ieri, di oggi e di domani, non si può non pensare a Zlatan Ibrahimovic. Un campione che ha indossato tante maglie in carriera, ma ha scelto di legarsi in maniera indissolubile a quella rossonera. Infatti da qualche mese è anche dirigente a servizio della proprietà RedBird Capital.

Le parole di Ibrahimovic nell’incontro col Financial Times (lapresse) – Milanlive.it

Oggi, al fianco di Gerry Cardinale, anche Ibra ha partecipato alla serie di incontri del Financial Times, validi per l’evento londinese del Business of Football Summit. L’ex centravanti ha voluto parlare del suo nuovo impegno da consigliere e dirigente, sia nel Milan che nel fondo statunitense.

Anche Zlatan parte dalla questione stadio, che tiene banco: “Ho grandi ricordi dello stadio di Milano, ma per colmare il gap tra Serie A e altre leghe serve cambiare. Penso che a San Siro mancherò più io che lo stadio a me. Un impianto storico e di prestigio, ma per andare oltre serve qualcosa di nuovo. Vogliamo realizzare uno stadio nostro, di cui siamo proprietari. Un nuovo inizio”.

Nessun timore nel suo nuovo ruolo: “Dopo essermi ritirato, per la prima volta dopo 20 anni ero libero. E quando ero libero, Cardinale mi ha fatto un offerta che non potevo rifiutare. Per me è tutta una novità, ho tanto da imparare. Ma voglio lavorare nel business dello sport. L’appoggio di Cardinale e di RedBird mi aiuterà, voglio fare la differenza come in campo. Non amo le cose normali e non ho mai paura delle sfide”.

Il rapporto con squadra e staff: “Ho giocato con loro, c’è grande stima e rispetto. Io ho l’obbligo di prendere decisioni non facili per il futuro, pensare in maniera diversa. I ragazzi sono giovani ma hanno ambizione, voglia di vincere. Si lavora per migliorare, con dei team di lavoro molto importanti al loro fianco”.

Scritto da
Keivan Karimi