L’ex calciatore del Milan non ha più peli sulla lingua e si sfoga dopo l’esperienza piuttosto negativa in rossonero, finita lo scorso anno.
Tutti i calciatori del Milan che hanno fatto parte della rosa 2021-2022, così come i membri dello staff tecnico e dirigenziale, non possono certamente dimenticare la gioia e la liberazione dettate dal trionfo dello Scudetto. Il 19° della storia rossonera, vinto in rimonta ma con pieno merito.
Tutti forse, tranne uno: Tiemoué Bakayoko, centrocampista francese che ha sempre avuto un ruolo marginale nel Milan di Stefano Pioli. Un calciatore che non ha mai ottenuto l’apprezzamento del tecnico e che spesso, soprattutto lo scorso anno, è finito ai margini della rosa, senza però avere la possibilità di cambiare aria.
A mesi di distanza dal suo addio al Milan, dopo la fine del prestito biennale dal Chelsea, Bakayoko ha deciso di sfogarsi. Intervistato da L’Equipe per parlare della sua nuova esperienza in patria al Lorient, il calciatore classe ’94 non ha voluto nascondersi: frecciate al Milan ed allo staff tecnico ed episodi che fanno capire come sia stata una scelta generale sbagliata quella di tenerlo a Milanello fino al 2023.
Bakayoko, la frecciata a Pioli e lo Scudetto che non sente suo
Molto dure le parole di Bakayoko, che è voluto tornare al Milan nel 2021 dopo l’esperienza (anche quella non esaltante) al Napoli. Il prestito biennale sembrava la soluzione migliore, ed invece: “Il Milan mi voleva, mi aveva corteggiato tanto, ma forse non ero una richiesta dell’allenatore. Io e la mia famiglia avevamo trovato una cosa, era bello poter restare nello stesso club per due anni di fila. Ma ho capito di non far parte del progetto”.
Lo Scudetto vinto non viene considerato dal centrocampista come un suo traguardo: “Il primo anno ho giocato abbastanza, ma non ho mai sentito mio lo Scudetto. Non mi sono considerato un campione d’Italia come gli altri. A fine stagione sapevo di dover cercare altro, ma non ho trovato ciò che faceva per me. Nessuno poteva permettersi il mio stipendio: sarei stato disposto a fare sacrifici, ma non certo a dimezzarlo”.
Una storia nata con scarsi presupposti e finita peggio: “Sono rimasto fino a fine prestito senza mai giocare, era meglio restare a casa coi miei figli che andare in panchina o in tribuna, con il mister che mi aveva detto di non voler puntare su di me. L’unico rimpianto ed errore della mia carriera è questo: aver accettato due anni di prestito anziché solo uno”.
E pensare che la prima esperienza di Bakayoko al Milan, sempre a titolo temporaneo nel 2018-2019, era stata molto apprezzata, con tante prestazioni positive da titolare. Niente a che vedere con l’ultimo biennio sotto la guida Pioli, con un mediano irriconoscibile e nel posto sbagliato.