Pioli verso la conferma sulla panchina del Milan: arriva l’ennesimo annuncio sul futuro del tecnico
Il futuro di Stefano Pioli è sempre un tema caldissimo in casa Milan. I risultati positivo dell’ultimo mese e mezzo (sette vittorie e due pareggi nelle ultime nove) hanno allontanato le voci di un possibile esonero a fine stagione. I tifosi chiedono a gran voce Antonio Conte, ma le possibilità che l’allenatore resti un altro anno, rispettando quindi il contratto, sono sempre più alte.
Nei giorni scorsi sono arrivate uscite ufficiali dei dirigenti in merito all’argomento. Tutto è partito da Ibrahimovic, che ha risposto alle indiscrezioni su Conte ribanendo la piena fiducia nell’attuale tecnico. Dopodiché sono arrivate anche le dichiarazioni di Furlani e di Scaroni, che ha rafforzato ulteriormente questa posizione. E l’ha fatto anche oggi, in occasione del classico pranzo UEFA con la dirigenza del Rennes, in vista del match di questa sera di Europa League.
Fiducia a Pioli: conferma Scaroni
Intervistato dai giornalisti presenti, il presidente del Milan ha confermato: “Non posso che ribadire quanto detto in un recente intervento. Siamo contentissimi e soddisfatti di Pioli, peraltro stiamo avendo un buon rendimento, le stiamo vincendo tutte e quindi la reputo una domanda impropria“. Insomma, forte fiducia e soprattutto felicità per i risultati raggiunti in quest’ultimo periodo per Scaroni e non solo, visto che le stesse dichiarazioni sono arrivate anche da Ibrahimovic e da Pioli.
L’allenatore rossonero ha un contratto con il Milan in scadenza a giugno 2025 e, nonostante le tante voci in merito al suo futuro, ha ancora buone chance di rimanere anche per la prossima stagione. La società valuterà a fine anno: se i risultati continueranno ad essere positivi, sia in campionato che in Europa League (con il raggiungimento almeno della semifinale), allora la conferma sarà realtà. In caso contrario, si valuterà un eventuale cambio, con uno fra Thiago Motta e Lopetegui in corsa per prendere il suo posto. Difficile che arrivi Conte, per svariati motivi: richieste di mercato, ingaggio da top e soprattutto un tipo di comunicazione che non è in linea con la società, che preferisce un profilo più “aziendalista” come Pioli.