L’ex giocatore e dirigente del Milan se ne va sbattendo la porta: nel mirino una decisione dell’attuale presidente.
Zvonimir Boban si è dimesso dalla UEFA. Ha lasciato la sua carica di Head of Football, che ricopriva dall’aprile 2021. Una scelta effettuata per un motivo ben preciso.
In una lettera aperta l’ex Milan ha spiegato cosa lo ha portato a decidere di farsi da parte: “Ho parlato e discusso con il presidente dell’UEFA riguardo un problema sorto nell’ultimo meeting dell’Esecutivo ad Amburgo. Si tratta di una proposta al Congresso di febbraio prossimo per modificare lo statuto e consentire allo stesso presidente di potersi ricandidare dopo questo mandato che doveva essere l’ultimo“.
Boban è assolutamente contrario alla modifica dell’attuale statuto, non vuole consentire ad Alexsander Ceferin di candidarsi nuovamente come numero 1 del massimo organismo del calcio europeo: “Dopo aver manifestato la mia più grande mia grande preoccupazione e il mio dissenso, il presidente mi ha risposto che non c’è nessun problema legale né etico-morale e che avrebbe perseguito senza dubbio la propria aspirazione“.
Intervistato dal quotidiano L’Equipe, ha ribadito la sua posizione sul tema: “Essere complice di tutto ciò andrebbe contro i principi e i valori che ho sempre difeso. Non voglio essere un eroe, non faccio il fenomeno, perché non sono certamente l’unico a pensarla così. In questi tre anni il rapporto e la collaborazione con Alexsander e con tutti i colleghi della UEFA sono stati ottimi. Li ringrazio e gli auguro tutto il bene possibile. Dispiace tanto, ma a malincuore lascio la UEFA“.
Il dirigente croato è sempre uno molto diretto nelle sue opinioni, è sempre stato così. Non condividendo ciò stava succedendo ha scelto di dimettersi. Sicuramente non gli si può dare torto, visto che Ceferin guida la UEFA dal 2016 ed è ora di cambiare per migliorare il calcio europeo. In un passaggio della lettera di Zvone è stato anche sottolineato che proprio Ceferin nel 2017 aveva fatto approvare una riforma inerente i limiti di mandato per i presidenti. Una decisione totalmente incoerente con quanto si sta vedendo in questo momento. La sete di potere sta condizionando il 56enne sloveno.