Il portiere rossonero ha scritto un lungo messaggio sui propri social, dove ha spiegato la gravità dell’episodio e ha elencato i colpevoli
Quello che è accaduto ieri sera a Mike Maignan in Udinese-Milan non è qualcosa di nuovo, ma si tratta di spiacevoli episodi che gettano una macchia sul calcio e distolgono anche dalla soddisfazione per una vittoria importante come quella ottenuta dai rossoneri.
Il portiere è stato ripetutamente insultato dai tifosi ospiti con offese razziste (“Monkey”) e alla fine, stufo e demoralizzato, ha deciso di abbandonare il campo. L’arbitro ha deciso giustamente di interrompere la partita, dopodiché il classe ’95 si è convinto a tornare in campo. Rimane però quanto accaduto, ancora una volta, e Maignan è rimasto molto toccato da questo ennesimo atto di inciviltà nei suoi confronti.
Il rossonero ha voluto quindi postare sui propri social un messaggio forte, scrivendo: “Non è il giocatore che è stato attaccato. Questo è l’uomo, il padre della famiglia. Non è la prima volta che mi succede. E non sono il primo a cui succede questo. Abbiamo fatto annunci, campagne pubblicitarie, protocolli e non è cambiato nulla. Oggi è un intero sistema che deve assumersi le responsabilità”.
Maignan elenca i responsabili di questa situazione, dagli autori del gesto agli altri spettatori che non hanno detto nulla, fino all’Udinese e alle autorità e al procuratore, complici perché non hanno fatto nulla per risolvere.
Maignan ha poi aggiunto nel post: “Non sono una VITTIMA. E voglio dire grazie alla mia società AC Milan, ai miei compagni, all’arbitro, ai giocatori dell’Udinese e a tutti quelli che mi hanno inviato messaggi, chiamato, supportato in privato e pubblico Non riesco a rispondere a tutti ma vi vedo e siamo INSIEME. È una lotta dura, ci vorrà tempo e coraggio. Ma è una lotta che vinceremo”.