Il Milan può passare di mano. Rappresentanti di Pif sarebbero sbarcati in Italia per valutare l’acquisto del club: il punto della situazione
Non si placano le voci che vogliono il Milan in vendita. Che Gerry Cardinale sia alla ricerca di nuovi investitori non è certo un segreto, ma nemmeno una grande notizia. Per i fondi, d’altronde, è prassi farlo.
RedBird, che ha acquistato il club rossonero solamente due estati fa, al momento non appare, però, intenzionato a cedere le proprie quote di maggioranze. E’ questo quanto trapela, ma le notizie relative ad un interessamento concreto da parte del mondo arabo continuano a riempire le pagine dei giornali.
Stamani è La Repubblica a tornare a parlare del pressing arabo. L’indiscrezione arriva direttamente dal Medio Oriente: il pressing è continuo, tanto che gli investitori sarebbero stati avvistati a Milano. Si tratterebbe di rappresentanti di Pif, il fondo governativo saudita, interessati a breve termine a rilevare quote del club dall’azionista di maggioranza.
Secondo fonti finanziarie saudite, Cardinale, dopo il blitz per la partita con la Roma, si legge, era atteso sul Golfo Persico, con alcuni emissari RedBird, invece, che si sarebbero trattenuti a Milano.
Milan, gli Arabi vogliono il club: il punto della situazione
L’obiettivo degli arabi non sarebbe solo quello di mettere le mani su una quota di minoranza vicina al 50%, che corrisponde al debito di 550 milioni più interessi contratto dal fondo di Cardinale con Elliott: gli investitori riconducibili a Saudi Aramco starebbero, infatti, verificando la possiblità di rivelare entro fine stagione le quote di maggioranza del Milan.
Il Diavolo, che è stato acquistato da RedBird per 1,2 miliardi di euro, adesso grazie al bilancio in attivo e la costruzione dello stadio, non può valere meno di 1,6 miliardi. Va sottolineato, ancora una volta, che arrivano smentite sul fatto che Cardinale abbia deciso di vendere il club.
Non si può, però, certo ignorare questa volontà degli arabi di investire nel Milan. Oggi, però, i dialoghi aperti con il mondo orientale sono riconducibili a strategie finanziare e commerciali del club. Impossibile d’altronde non interagire con un mercato di grande prospettiva come quello arabo.