Milan e Atalanta si giocano la qualificazione in semifinale di Coppa Italia. C’è un precedente tra le due squadre nella competizione passato alla storia per un episodio che fece molto discutere
Milan e Atalanta tornano ad affrontarsi in Coppa Italia a 23 anni dall’ultimo confronto dell’edizione 2000-01. Anche all’epoca le due squadre si incrociarono nei quarti di finale e, a spuntarla nel doppio confronto, furono i rossoneri, vincitori 4-2 all’andata a San Siro e sconfitti 2-1 nel ritorno.
Milan e Atalanta si erano affrontate anche nell’edizione precedente di Coppa Italia 1999-00, ancora una volta con la qualificazione appannaggio di Shevchenko e compagni negli ottavi di finale. Un confronto quest’ultimo giocato a dieci anni di distanza da quello del 24 Gennaio 1990, nel quale il Milan di Sacchi campione d’Europa e del Mondo in carica e l’Atalanta del compianto Emiliano Mondonico si giocavano la qualificazione in semifinale.
E’ doverosa prima una breve premessa. All’epoca, la Coppa Italia aveva un format differente da quello attuale con due turni preliminari e una successione fase con quattro gironi da tre ciascuno. Le prime classificata di ciascun gruppo si qualificavano alle semifinali.
Il Milan passa alla fase a gironi grazie alla vittoria con la Cremonese (0-1 gol di Massara) e viene sorteggiato nel Gruppo C con l’Atalanta e il Messina, compagine di Serie B. Nel match di esordio i nerazzurri impattano 0-0 a Messina. I siciliani poi sono ospiti del Milan, il 10 gennaio 1990 in un match giocato a un orario decisamente inedito per l’epoca ovvero alle 13. Solamente 5mila spettatori sono presenti a San Siro per il 6-0 dei rossoneri con una storica tripletta su rigore di Franco Baresi.
Il 24 Gennaio 1990, a Bergamo, Atalanta-Milan è decisiva per la qualificazione in semifinale. Ai rossoneri basta il pari. I padroni di casa devono vincere. Il Milan, privo di Van Basten e Gullit, si ritrova sotto al 41′ con il gol di Bresciani ed è a un passo dalla qualificazione prima di un finale di partita che definire convulso è un eufemismo.
In un contrasto in area, Stefano Borgonovo resta a terra colpito da un difensore dell’Atalanta. Il capitano nerazzurro, Glen Stromberg, con un gesto quasi insolito per l’epoca manda la palla in fallo laterale per permettere i soccorsi all’attaccante rossonero. Borgonovo torna in campo ma non si era accorto di nulla di quanto avvenuto precedentemente.
Per questo, quando Massaro rimette in area la palla per restituirla al portiere Ferron, Borgonovo si avventa sull’assist involontario del compagno e anticipa il difensore Barcella che lo atterra con una strattonata. L’arbitro Pezzella non può non concedere il rigore tra le proteste dei giocatori atalantini.
Stromberg intima a Sacchi e al tiratore designato, Franco Baresi, di sbagliare il rigore per riparare all’errore. La richiesta dello svedese non sarà esaudita. Baresi tira il penalty e spiazza Ferron per l’1-1 prima dei minuti di recupero. Stromberg è una furia e abbandona volontariamente il campo prima del fischio finale che sancisce il pareggio finale e la qualificazione del Milan.
Nel tunnel Sacchi prova a scusarsi con un Mondonico furente mentre altri protagonisti in campo vengono a contatto. L’episodio fece scalpore. Indiscrezioni dell’epoca riferirono di un Maldini particolarmente adirato nei confronti dei compagni. L’indomani, Candido Cannavò, direttore della Gazzetta dello Sport pubblica un editoriale emblematico dal titolo “La Cafonata Rossonera”.
Silvio Berlusconi intuì che quell’episodio poteva macchiare il prestigio del Milan e chiese alla Lega di Calcio di ritirare la squadra dalla Coppa Italia oppure far ripetere l’incontro. Nessuna delle due richieste è stata accolta. A parziale risarcimento nei confronti dell’Atalanta, lo stesso Berlusconi – si disse – agevolò il passaggio del giovane difensore della Primavera rossonera, Sergio Porrini, ai bergamaschi.
Con la contestatissima qualificazione alla semifinale di Coppa Italia, il Milan di Sacchi rimase in corsa per il possibile Triplete. Impresa non riuscita. In Serie A, i rossoneri persero il duello con il Napoli dopo il ko con il Verona alla penultima giornata che permise a Maradona e compagni di chiudere a + 2 in classifica.
In Coppa Italia, il Milan si impose nel doppio confronto di semifinale con il Napoli (decisivo l’1-3 al San Paolo nel ritorno) per poi perdere la finale contro la Juve. Anche l’epilogo si giocava con andata e ritorno. Pari a reti bianche al Delle Alpi e 0-1 bianconero a San Siro grazie al gol di Galia in avvio.
Delusioni che il Milan ha compensato con il trionfo in Coppa Campioni. A Vienna, il gol di Rijkaard piega il Benfica e riporta i rossoneri in vetta all’Europa a un anno di distanza dall’indimenticabile 4-0 allo Steaua Bucarest al Camp Nou.
Decisivo per quel trionfo è stato proprio colui che a Bergamo aveva causato l’episodio del rigore contestato in Coppa Italia. Fu, infatti, un gol del compianto Stefano Borgonovo, in semifinale ai supplementari contro il Bayern Monaco nel vecchio Olympiastadion, a regalare ai rossoneri di Sacchi la qualificazione alla seconda finale consecutiva di Coppa Campioni.