Proroga al Decreto Crescita saltata: cosa succede dal 1° gennaio

Stop alle agevolazioni fiscali per chi arriva dall’estero: una beffa per le squadre calcistiche italiane, che prima potevano godere di un vantaggio sulla concorrenza.

Il Governo italiano ha deciso di non concedere la proroga per l’ormai famoso Decreto Crescita, introdotto nel 2019 e del quale ha beneficiato anche il mondo del calcio. Un grosso problema per i club.

Decreto Crescita abolito: cosa succede in Serie A
Addio Decreto Crescita: le conseguenze sul calcio italiano (LaPresse) – MilanLive.it

Inizialmente era trapelata fiducia sul fatto che il provvedimento avrebbe goduto di una proroga fino al 29 febbraio 2024, consentendo alle società di operare sul calciomercato di gennaio alle stesse condizioni utilizzate negli ultimi anni. Invece, il Consiglio dei Ministri ha deciso di non inserire la misura nel Decreto Milleproroghe.

Addio Decreto Crescita: le conseguenze nel calcio italiano

Dal 1° gennaio 2024 addio alle agevolazioni fiscali per gli sportivi professionisti provenienti dall’estero. Le società non potranno più godere dello sconto che consentiva di pagare il 25% invece del 45% di tasse sui loro stipendi. Un vantaggio non da poco e che aveva permesso di far arrivare in Italia diversi calciatori. Qualcuno ritiene che siano stati troppi, andando a favorire gli stranieri rispetto agli italiani e creando dei danni anche a livello di nazionale.

Decreto Crescita abolito: cosa succede in Serie A
Addio Decreto Crescita: le conseguenze sul calcio italiano (LaPresse) – MilanLive.it

L’abolizione del Decreto Crescita non avrà effetti retroattivi, quindi chi ha sottoscritto contratti che beneficiavano dell’agevolazione fiscale potrà continuare a farlo per un massimo di cinque anno, come previsto. Eventuali rinnovi contrattuali potranno usufruire di quel beneficio solamente se sottoscritti entro il 31 dicembre 2023. Quelli successivi a tale data e i nuovi contratti non potranno più godere di alcuno sgravio.

La Serie A perde sicuramente un vantaggio di competitività sul mercato rispetto alle rivali degli altri principali campionati europei. La Lega ha emesso un comunicato ufficiale tramite il quale ha espresso il proprio disappunto: “La Lega Serie A prende atto con stupore e disappunto (…). Tale decisione, se confermata, avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito. La mancata proroga, come anche illustrato in maniera puntuale e dettagliata in una nota inviata al Governo nei giorni scorsi, produrrà infatti una minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minore gettito all’erario“.

La Lega Serie A è convinta che sia stato adottato un approccio sbagliato nel prendere questa decisione, facendo prevalere “per l’ennesima volta una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci. Una visione che purtroppo non tiene conto dello straordinario ruolo economico, oltre che sociale e culturale, che ricopre questo comparto industriale in Italia“. L’auspicio è che il Parlamento possa correggere il provvedimento.

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