Uno degli allenatori più vincenti della storia del Milan ha svelato un retroscena di mercato riferito alla sua esperienza da dirigente
Quando si parla del passato, dei tempi e delle esperienze trascorse, non è inusuale raccogliere aneddoti talvolta incredibili, il più delle volte recanti clamorose occasioni perse. Giocatori scartati e poi diventati campioni, fuoriclasse che non hanno passato dei provini da giovanissimi, o semplicemente errori di valutazione, magari sottovalutati all’epoca dei fatti.
Potremmo citare il famoso provino che fece Bruno Conti all’Inter, quando un tale Helenio Herrera scartò il futuro campione del mondo ritenendolo troppo basso, o – per restare alla storia del Milan – l’affrettata cessione di Pierre-Emerick Aubameyang, che ancora oggi rappresenta – a detta del dirigente che si prese la paternità della decisione, Adriano Galliani – il più grande errore nella trentennale e gloriosa carriera in rossonero del delfino di Berlusconi.
E poi c’è lui, Arrigo Sacchi, che sulle sue incrollabili convinzioni, talvolta discusse, ha costruito una carriera di grandi successi proprio nel club rossonero. Già criticato, soprattutto all’epoca della sua esperienza come Ct della nazionale, per alcune scelte che, a detta dei detrattori, avrebbero privilegiato il dogmatismo a scapito del valore intrinseco di un giocatore, il vate di Fusignano avrebbe di che rimproverarsi per una decisione presa quando ricopriva una carica diversa da quella di allenatore.
Scorrendo il percorso di Sacchi, l’aneddoto al quale si riferisce l’ex mister rossonero è da ascrivere con ogni probabilità alla sua parentesi da Direttore tecnico del Parma. Un incarico ricoperto dal dicembre 2001 al 31 maggio del 2003.
A margine di un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport in cui si chiedeva all’ex allenatore se il Milan avesse sbagliato a lasciar andar via in quel modo – a parametro zero – Hakan Calhanoglu, nel frattempo diventato colonna insostituibile dei rivali cittadini, Sacchi ha fatto una sorta di ‘mea culpa’ nella sua errata valutazione su uno dei più grandi campioni che hanno vestito la maglia del Milan negli ultimi 20 anni.
“Parlando col senno di poi, la società ha fatto un errore con Calhanoglu. Ma sono situazioni che nel calcio si verificano spesso“, ha esordito Sacchi. “Io ad esempio, nonostante me lo avessero proposto quando ricoprivo la carica di dirigente, non presi Andrea Pirlo. E dopo si è visto quello che è diventato”, ha concluso l’ex Ct.
Considerando che la vera carriera del metronomo bresciano è iniziata col suo passaggio al Milan nel luglio del 2001, è assolutamente plausibile che Pirlo sia stato proposto a Sacchi – che già era una sorta di consulente del Parma prima di assumere ufficialmente una carica in società – proprio nell’estate dello stesso anno. Una fortuna, per i colori rossoneri, che il buon Arrigo non ci ha visto lungo come invece ha brillantemente fatto in innumerevoli circostanze in carriera…