Col futuro di Stefano Pioli ormai segnato, si discute sui possibili candidati alla successione: salgono le quotazioni di Antonio Conte
Si volta pagina, ormai questo è certo. Se non prima della fine della stagione – ma questo dipenderà dai risultati della squadra nelle prossime settimane – certamente a fine anno. Secondo gli umori della piazza, ma soprattutto constatando i dubbi di dirigenza e proprietà – i cui esponenti sono gli unici deputati a decidere -, potrebbe non bastare nemmeno l’eventuale conquista dell’Europa League e della Coppa Italia per salvare Stefano Pioli dal suo ineluttabile destino.
Il tecnico parmigiano non siederà sulla panchina dei rossoneri a partire dal prossimo luglio, a meno di clamorosi colpi di scena. Ecco che allora, sulla scorta di tante indiscrezioni circolate per la prima volta dalla crisi dello scorso gennaio, si stila la lista dei possibili candidati a raccoglierne l’eredità. Dopo aver timidamente sondato, nel corso degli ultimi mesi, le piste Thiago Motta e Roberto De Zerbi, il club meneghino potrebbe optare per un nome forte. Uno che in Italia – la sua storia parla da sé – è garanzia di successo.
Uno che sta vivendo un annunciato anno sabbatico e che non ha fatto mistero di voler tornare per vincere. Accasandosi in una realtà ambiziosa, che abbia una storia e con cui continuare a scriverla, e che abbia una solidità economica in grado di soddisfare le inevitabili richieste di mercato. Nessuna rivoluzione, ma dei piccoli aggiustamenti per poter competere da subito per grandi traguardi. L’associazione tra i due soggetti è presto fatta: da una parte c’è Antonio Conte, dall’altra il Milan.
Perché Conte al Milan è possibile
A dirla tutta il nome del tecnico salentino era già emerso come profilo papabile nella possibile successione di Pioli già mesi addietro. Le riserve, oltre che di natura economica – si parlava di dover garantire a Conte oltre 10 milioni annui d’ingaggio – erano anche di natura squisitamente tattica.
Conte e Pioli tatticamente parlando sono quasi agli antipodi: difficile giustificare una scelta di questo tipo, che avrebbe comportato una vera e propria rivoluzione nello stile di gioco, dicevano i più dubbiosi. Tutte incertezze che potrebbero essere ora spazzate via se il pugliese dovesse accettare le proposte rossonere. I tre ordini di fattori che fanno del club meneghino un approdo gradito a Conte sono stati ribaditi anche da La Gazzetta dello Sport nel suo approfondimento post Salerno. C’è il blasone, c’è una situazione finanziariamente sana, e c’è già un ottimo materiale a disposizione su cui lavorare.
Servirebbe poco altro dal mercato, un paio di colpi per permettere all’ex Juve e Inter di fare al meglio il suo lavoro. Conte negli ultimi anni ha utilizzato sempre il 3-5-2, ma potrebbe anche decidere di cambiare a seconda del materiale tecnico a disposizione. L’unico grande ostacolo fra il Milan e il tecnico salentino è, come sempre, lo stipendio. Al Tottenham, la sua ultima esperienza professionale prima del periodo sabbatico, era uno degli allenatori più pagati al mondo. Per motivi familiari tornerebbe molto volentieri in Italia, ma sa che per farlo deve per forza abbassare le sue pretese.
Ed è su questa base che si potrebbe lavorare ad un accordo coi rossoneri. Conte è un allenatore vincente e che, soprattutto, ama le sfide. L’idea di poter vincere lo Scudetto con il Milan dopo averlo fatto con Juventus e Inter (sarebbe il primo caso nella storia del calcio italiano) lo stuzzica sicuramente. Inoltre ha sempre speso belle parole per il club rossonero, anche lo scorso anno in occasione degli ottavi di finale di Champions League. Insomma, le premesse per un matrimonio ci sono tutte. Adesso sta alla proprietà decidere se fare un sacrificio economico o meno, se provare a vincere subito o rimanere nel limbo.