Importante novità dal punto di vista societario. Il fondo Elliott, ancora socio di minoranza del Milan, sembra pronto a lasciare tutto.
Dall’estate 2018 il Milan è un club nelle mani dei fondi di investimento statunitensi. Infatti Elliott Management, la nota società anglo-americana guidata dalla famiglia Singer, ha deciso di prendere in gestione la squadra rossonera dopo il flop conclamato del cinese Yonghong Li.
Elliott, come in molti pensavano, non è stato solo un veicolo di passaggio. Infatti sotto la guida e la gestione di Gordon e Paul Singer, il Milan ha attuato un programma vincente in ogni ambito: in primis a livello finanziario, visto che il club ha annullato l’enorme massa debitoria lasciata dalle precedenti gestioni. Poi in ambito sportivo, con il ritorno in pianta stabile in Champions League e la vittoria dello Scudetto.
Nell’estate 2022, subito dopo il titolo nazionale, Elliott ha concluso la vendita delle quote di maggioranza del Milan a RedBird Capital, altro fondo made in USA con un progetto più a lungo termine, basato sulla crescita del brand, sulle partnership internazionali e molto altro. Ma la famiglia Singer è rimasta all’interno del pacchetto, con quote di minoranza avendo prestato un’ingente somma a Gerry Cardinale per l’acquisizione del Milan.
Intanto oggi La Repubblica conferma le indiscrezioni degli ultimi giorni. Nel 2024 scadrà il tempo massimo per la presenza di un fondo di investimento neutrale all’interno di un club calcistico, secondo le norme di finanza sportiva internazionale. Per questo motivo Elliott Management intende lasciare la sua quota entro la fine del prossimo anno.
Per questo motivo arrivano conferme anche sui dialoghi tra RedBird ed un nuovo possibile socio di minoranza. Ovvero un investitore esterno, presumibilmente di origine mediorientale, che possa partecipare alla gestione del Milan e affiancare Cardinale nel compito di riportare il club ai massimi livelli mondiali.
Non vi sono ancora nomi specifici ed indizi chiari su quale investitore o compagnia araba possa dare una mano a RedBird. Ma tale ricerca è mirata anche ad incassare i circa 550 milioni di euro più interessi che Cardinale dovrà versare a Elliott, per risanare il prestito effettuato nel 2022 per completare la scalata al Milan.
Un giro di affari che potrebbe dunque estendersi ai petroldollari sauditi. Come è noto l’Arabia è entrata a gamba tesa nel calcio internazionale, non solo con l’acquisto di numerosi campioni occidentali per il proprio campionato nazionale, ma anche cominciando ad investire nei club europei. Il Newcastle ad esempio è di proprietà del PIF (fondo sovrano saudita). Il Milan sarà il prossimo obiettivo?