Il tecnico rossonero è tornato sul banco degli imputati dopo l’ultima dolorosa sconfitta in campionato: i numeri non mentono
Vista da fuori, l’esperienza di Stefano Pioli al Milan sembra esemplificare il concetto di Luna Park. Di montagne russe. Sopra le quali, appunto, non c’è il solo divertimento, la sola eccitazione per il brivido. Ci sono anche le paure di volare giù, nel baratro. Proprio lì dove, secondo i più accesi accusatori del tecnico parmigiano, il Milan rischia di finire se dovesse continuare a dargli fiducia.
La sconfitta di Bergamo, diversa nelle proporzioni ma non per questo meno dolorosa per le ambizioni rossonere, ha ricordato sinistramente la batosta di quel dicembre del 2019 – il mese è lo stesso – quando Pioli aveva preso da poco il timone della panchina. Da lì però, dalle ceneri, si iniziò a costruire un progetto che poi avrebbe portato, due anni e mezzo dopo, alla conquista del 19esimo scudetto. Contro ogni pronostico.
Nel giro di 30 mesi sui social si passò relativamente velocemente dall’hashtag #Pioliout a #Pioliisonfire, con l’allenatore portato in trionfo nel maggio del 2022 come protagonista dello splendido cammino che regalò una grande gioia a tutto l’ambiente.
Oggi, 2023, il Milan viaggia al terzo posto in classifica, con 9 punti di distacco dall’Inter capolista – e con una ‘manita’ rimediata nel primo derby stagionale – a 7 dalla Juve seconda. E con un piede e mezzo fuori dalla Champions League.
L’altalena di giudizi sul tecnico, celebrato due mesi fa per il primato provvisorio dopo la trasferta di Marassi, ha ripreso vigore dopo i soli 2 punti in 4 gare seguiti alla sosta di ottobre. La vittoria in Champions contro il PSG è stata, alla luce di quanto accaduto dopo, solo un brodino. L’ultima di campionato ha dato fiato alle trombe di chi lo vorrebbe fuori dalla guida tecnica della squadra.
Milan, mai una partenza così negativa da quando c’è Pioli
Come approfondito da La Gazzetta dello Sport, i numeri del tecnico rossonero – se prendiamo in considerazioni le quattro annate iniziate con lui in panchina – sono in costante declino.
Nel 2023/24 il Milan, dopo 15 giornate, è come detto terzo e a -9 dalla vetta. Nel primo anno di Pioli, nel 2020/21 era primo, nella stagione successiva – quella del Tricolore – i rossoneri erano secondi ad un solo punto dalla capolista, mentre l’anno scorso seguivano il Napoli al secondo posto ma a distanza di 8 lunghezze.
Anche il dato sulla differenza reti – statistica che ha la sua utilità – è eloquente. Il valore era di +18 nel 20/21, +15 l’anno dopo, +14 nello scorso campionato e solamente +8 nella stagione in corso. Insomma, la conclusione è semplice: ogni anno che passa, per lo meno relativamente alle prime 15 gare di campionato, il Milan fa sempre peggio.