Concluso l’iter processuale della Procura antidoping nell’esame del caso Pogba: chiesta una punizione esemplare
Riavvolgiamo per un momento il nastro. Facciamo partire la storia dal 20 agosto, prima giornata di campionato, giorno di Udinese-Juventus, un match che ha visto i bianconeri di Torino avere la meglio per 0-3. Tra i giocatori convocati, ma non scesi in campo, figura anche Paul Pogba, reduce da una stagione passata praticamente per intero in infermeria.
Impegnato in un recupero fisico che avrebbe dovuto consentirgli di rientrare a pieno regime nelle rotazioni di Allegri, il campione del mondo a Russia 2018 viene fermato il 10 settembre a causa di una notizia shock: la sua positività al testosterone, riscontrata proprio dopo la suddetta gara alla Dacia Arena.
Arrivano le smentite del giocatore, le spiegazioni, l’ostentata fiducia nelle controanalisi, il cui esito viene poi diffuso il 6 ottobre. Dal laboratorio romano dell’Acqua Acetosa il verdetto è chiaro: il campione B fornito dal giocatore è risultato positivo. Si aprono diversi scenari che vanno dall’udienza presso la Procura antidoping al patteggiamento, passando per la possibile archiviazione al Tribunale nazionale antidoping (Tna) e al deferimento.
Oggi, 7 dicembre 2023, dopo due lunghi mesi di attesa, la Procura antidoping ha chiuso l’iter processuale. Emettendo le sue richieste in merito all’entità della sanzione da comminare all’ex Manchester United.
Pogba, carriera a rischio: ecco la richiesta della Procura
Quanto si temeva da più parti – avendo alla fine il calciatore deciso di non patteggiare – è accaduto. L’organismo istituzionale ha chiesto 4 anni di squalifica per il francese della Juve.
Pogba andrà quindi a processo davanti al Tribunale nazionale antidoping, che dovrà confermare o attenuare – impossibile l’archiviazione con un nulla di fatto – la pena inflitta al transalpino.
A questo punto diventa attuale tornare a parlare dell’aspetto economico legato al peso che il contratto di Pogba ha sulle casse bianconere. L’ex United ha percepito, fino alla sospensione cautelare, 8 milioni di euro netti l’anno. Grazie al Decreto Crescita- e alla sua piena applicazione in vigore nell’estate del 2022 – il francese grava sul bilancio per 10,48 milioni lordi.
Dalla sospensione il centrocampista percepisce solo il salario minimo, quello stabilito sulla base dell’accordo collettivo (poco più di 42mila euro lordi annui). Qualora venisse confermata la squalifica per 48 mesi, il club bianconero potrebbe decidere di risolvere il contratto senza costi aggiuntivi, appellandosi alla giusta causa.
Per un calciatore che ha già compiuto 30 anni, e il cui fisico appare martoriato, uno stop dall’attività agonistica per 4 anni potrebbe significare la fine anticipata della carriera. Un percorso, quello di Pogba, che forse avrebbe potuto essere più ricco di soddisfazioni personali e di squadra.