Uno dei volti storici del giornalismo a tinte rossonere ha parlato della discussa intervista rilasciata da Paolo Maldini
Inevitabile. Fosse non altro per i contenuti espressi, comunque mai banali. E per la ricostruzione di un divorzio, quello avvenuto il 5 giugno scorso da un club che ha rappresentato la sua vita forse ancor prima che venisse al mondo, che lasciò interdetti parecchi sostenitori rossoneri. Paolo Maldini, una delle leggende assolute dello storico club meneghino, è tornato a parlare a quasi sei mesi di distanza dal ‘licenziamento‘ – il figlio del grande Cesare ha usato proprio queste parole – che Gerry Cardinale gli presentò all’indomani della chiusura della stagione calcistica.
Indubbiamente, con l’ambiente già in fibrillazione per il quasi definitivo addio al primo obiettivo stagionale e con degli equivoci – gestionali, tattici, di programmazione e di profondità della rosa – che ora esplodono in tutta la loro gravità, l’intervista concessa al quotidiano ‘La Repubblica‘ è stata divisiva.
Un po’ come il giudizio sull’opportunità di fare a meno di qualcosa di più di un uomo immagine. Maldini è stato uno degli artefici, dalla scrivania e non solo, del processo che ha portato il club rossonero alla conquista del suo 19esimo scudetto nel maggio del 2022. Un traguardo forse arrivato addirittura con un po’ di anticipo rispetto all’originaria programmazione.
Le parole dell’ex fuoriclasse che in carriera ha indossato una e una sola maglia hanno provocato la reazione di parecchi addetti ai lavori. Semplici tifosi, opinionisti e giornalisti hanno detto la loro non solo sui contenuti delle rivelazioni rilasciate al quotidiano, ma anche sull’opportunità di dire certe cose ora. Nel momento di massima difficoltà dell’annata rossonera.
Pellegatti non le manda a dire a Maldini: “Non era necessario”
Carlo Pellegatti, sulla cui fede milanista nessuno può avanzare perplessità, è intervenuto in diretta ai microfoni di TvPlay. Uno dei volti più popolari tra i giornalisti-tifosi del Diavolo ha stigmatizzato modi e tempi delle dichiarazioni rilasciate da Maldini.
“L’intervista di Paolo non l’ho gradita perché in questo momento non ritenevo necessario avere anche quest’altro problema. Maldini non parlava dal 5 giugno e quindi ha ritenuto opportuno dare la sua versione dopo 6 mesi, tenendo la linea che ha mantenuto anche nelle ultime interviste. Prima o poi doveva scoppiare la cosa visto che non c’era feeling tra le parti”, ha esordito Pellegatti.
“Il Milan è in difficoltà per infortuni e ambiente, con Pioli che rischia la panchina, e questa intervista sicuramente non aiuta. Perché porta ulteriori divisioni. La proprietà americana ha provato una strada nuova, ma si è accorta che questa strada non era percorribile. Ma se tutte le volte che si cercano strade nuove si pensa che non siano fattibili, allora saremo ancora fermi alla terra che è quadrata. La società ha provato qualcosa di nuovo che non è andato bene e se ne sono accorti“, ha però aggiunto il giornalista. Dando in realtà credito, almeno parzialmente, alla difesa che lo stesso Maldini ha fatto del suo lavoro, rivendicando i risultati raggiunti col fido Frederic Massara.
Infine, l’ultima piccola stoccata. Che pare però più una difesa tout-court della sua squadra del cuore che un attacco diretto alla leggenda rossonera: “Nessuno ai primi di ottobre, dopo sette vittorie in campionato e due buone partite in Champions, si permetteva di dire che qualcosa era andato storto nella programmazione della società. Gli infortunati non sono colpa o merito di Maldini. Il Milan è in difficoltà perché è pieno di infortunati, non perché manca un uomo dietro la scrivania“, ha concluso.