Il più grande errore di Cardinale spiegato da Paolo Maldini

Con il licenziamento di Paolo Maldini si è verificato il vero grande errore (forse l’unico) di Cardinale. Lo ha spiegato l’ex dirigente oggi a La Repubblica

Paolo Maldini ha parlato. Dopo sei mesi di silenzio, l’ex dirigente del Milan ha finalmente detto la sua verità. Un attacco diretto, frontale a RedBird e a Gerry Cardinale, com’era ampiamente prevedibile. Così come la notizia del suo licenziamento, anche questa intervista ha spaccato in due la tifoseria, come sempre quando c’è di mezzo una personalità di rottura come la sua.

Paolo Maldini intervista, l'errore di Cardinale
Gerry Cardinale e Paolo Maldini (LaPresse) – MilanLive.it

La fazione dei contro, in particolar modo, contesta le tempistiche di questa intervista, e cioè nel momento più difficile della stagione e in seguito alla sconfitta contro il Borussia Dortmund che, di fatto, a meno di miracoli, sancisce la fine del percorso del Milan in Champions League. Non ci interessa entrare nel merito della polemica: è futile, insignificante (esiste davvero un momento giusto per dire la propria opinione o verità?). Sarebbe invece meglio concentrarci sui contenuti dell’intervista: anche su quelli, in parte, si può essere d’accordo o meno, ma ce n’è uno inconfutabile che vale la pena approfondire perché rappresenta il vero grande errore di Cardinale e di RedBird, forse l’unico commesso finora.

Il concetto inconfutabile di Maldini

Nel corso dell’intervista a La Repubblica, concessa al giornalista Enrico Currò, Paolo Maldini ha riportato dati ufficiali e significativi del suo percorso da dirigente del Milan, che dimostrano in maniera oggettiva che è stato straordinario. Lui, insieme al braccio destro Frederic Massara e all’allenatore Stefano Pioli, ha riportato il club ad alti livelli, accompagnandolo verso la vittoria dello Scudetto e il raggiungimento della semifinale di Champions League riducendo sempre di più i costi della rosa e del monte ingaggi. Un lavoro che ha permesso al club di via Aldo Rossi di far registrare il primo positivo in bilancio dopo 17 lunghi anni.

Paolo Maldini intervista, l'errore di Cardinale
Paolo Maldini e Zlatan Ibrahimovic (LaPresse) – MilanLive.it

Questo percorso è stato possibile grazie ad importanti intuizioni di mercato. Dal 2019 al 2022 sono arrivati giocatori di talento che nel frattempo sono diventati dei giocatori affermati. Emblematico il caso di Theo Hernandez, che lo stesso Maldini andò a prendere fino ad Ibiza, ma anche Bennacer, Leao, Maignan, Tonali, Tomori e altri. Ci sono stati anche degli errori, come De Ketelaere o Origi, ma chi non sbaglia acquisti?

La crescita di questi ragazzi non è stata casuale né scontata, soprattutto in un ambiente come quello milanista. È arrivata grazie ad un percorso di sviluppo sia tecnico che mentale. Sviluppo che non sarebbe stato lo stesso senza Paolo Maldini, presente tutti i giorni a Milanello. Per stare vicino ai ragazzi, per aiutarli nelle loro difficoltà (inevitabili) e soprattutto per trasmettere dei valori e l’importanza di essere un calciatore del Milan. Che, con tutto il rispetto, non è come esserlo del Lipsia, del Salisburgo o del Brentford.

Maldini ci ha messo pochissime righe per spiegare questo fondamentale concetto: “Chi pensa che il lavoro dell’area sportiva sia solamente quello di fare il mercato sbaglia tutto: allenatori, calciatori e staff hanno bisogno di supporto continuo. Spesso si scommette solo sul talento senza sapere come svilupparlo, gli esempi più lampanti sono Chelsea e Manchester United: grandissimi investimenti sul mercato e gestione insufficiente portano a risultati molto scadenti“. Parole da scolpire nella pietra.

Adesso serve Ibrahimovic

Come affermato dallo stesso Maldini, per comprare il club RedBird ha sborsato 1,2 miliardi ed è giusto che Cardinale faccia le proprie scelte. Ma allontanare Maldini e non sostituirlo (anche se, onestamente, sostituire Maldini è complicato) è stato un grave errore di valutazione, probabilmente dato dalla poca conoscenza della materia e della storia del club. C’è sempre tempo e modo per rimediare (ma che peccato per questi mesi persi), tant’è che sembra vicino il rientro in società di Zlatan Ibrahimovic – ad oggi non sappiamo ancora quando e né con quale ruolo. Lo svesese ha già dimostrato di essere in grado di trasmettere dei valori ai ragazzi più giovani, ma al Milan l’ha fatto sotto la “supervisione” dello stesso Maldini. Riuscirà a farlo anche senza di lui? Lo scopriremo. Presto, speriamo.

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