Calhanoglu, la rivelazione di Inzaghi: “L’ho pensato quando lo vidi la prima volta al Milan”

Nella conferenza stampa tenutasi alla vigilia di Juventus-Inter, Simone Inzaghi ha svelato a quando risale la sua stima per Calhanoglu

Domani 26 novembre, alle 20:45, Juventus ed Inter si sfideranno in una gara che potrebbe vedere, in caso di successo dei bianconeri, il sorpasso in classifica degli uomini di Allegri ai danni della compagine nerazzurra.

Inzaghi svela un retroscena su Hakan Calhanoglu
Inzaghi, arriva l’ammissione su Calhanoglu (LaPresse) – Milanlive.it

Tra i tanti temi trattati nella conferenza stampa di avvicinamento al match, Simone Inzaghi ha avuto anche modo di parlare di uno dei titolari inamovibili della sua squadra: Hakan Calhanoglu. Arrivato dal Milan a parametro zero, il turco è diventato da subito uno dei perni dell’Inter, prima da mezzala e adesso da regista.

Ecco, a proposito del ruolo di Calhanoglu. Con la maglia rossonera ha giocato in molti ruoli: con Gattuso faceva l’esterno a sinistra, zona ricoperta qualche volta anche con Pioli, anche se principalmente da trequartista. E proprio in merito al ruolo che ha ricoperto nel Milan, l’allenatore nerazzurro ha rivelato un retroscena sulla prima volta che l’ha visto giocare dal vivo. Vestiva la maglia del Milan e lui era l’allenatore della Lazio.

Le sue parole in conferenza stampa: “La prima volta che l’ho visto giocare davvero, e ho pensato quanto fosse forte, era in un 4-2-3-1 che il Milan schierò in una gara con la Lazio. Lui faceva l’esterno d’attacco, e mi fece pensare che fosse veramente bravo. Negli anni poi lo abbiamo preso per fare la mezzala: l’anno scorso c’è stata queste esigenza e lo abbiamo provato anche da regista”.

Calhanoglu ha fatto sicuramente un percorso molto importante con la maglia dell’Inter. Con i nerazzurri ha trovato la sua sistemazione migliore: meno responsabilità rispetto al numero 10 del Milan e un ruolo più “decisivo”, un sistema di gioco che valorizza sicuramente le sue qualità di calcio e di visione di gioco. Si spiega così l’exploit dell’ex Bayer Leverkusen, ad oggi uno dei migliori nel ruolo ma gran merito va dato al suo allenatore che ha individuato fin da subito pregi ma soprattutto difetti, valorizzando al meglio i primi e limitando i secondi.

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