Un esperto del settore fornisce un’interessante chiave di lettura sui tanti, troppi, infortuni in casa Milan
Sono talmente tanti, e così frequenti, che si fatica addirittura a tenere il conto. Ce n’è per tutti i gusti. Dagli affaticamenti muscolari alle distorsioni alla caviglia. Da problemi al tendine rotuleo fino alla lesioni al bicipite femorale. In alcuni casi, oltre alla prima diagnosi, ci si mettono anche i lenti tempi di recupero. Per non parlare delle ricadute.
In casa Milan è davvero un’annata disgraziata sul fronte infortuni. Il club rossonero è nettamente in testa alla classifica delle rose con più giocatori fermati o tuttora fermi ai box. L’ultimo stop, quello di Noah Okafor, non è avvenuto tecnicamente durante una gara della compagine meneghina o nel bel mezzo di un allenamento. Lo svizzero era con la sua nazionale, la Svizzera, quando si è procurato una lesione al bicipite femorale della coscia destra. La sostanza però, non cambia.
C’è evidentemente qualcosa che non va nelle metodologie di lavoro dello staff atletico di Milanello, visto che ormai, come accaduto anni fa ad altri club – come la Roma sotto la gestione di Paulo Fonseca – parlare solo di sfortuna appare davvero riduttivo.
Ecco che allora Fabrizio Iacorossi, stimato preparatore atletico, è intervenuto in diretta su TvPlay fornendo una chiave di lettura in grado di spiegare, almeno parzialmente, cosa sta accadendo sui campi del centro sportivo e nel bel mezzo dell’impegno agonistico dei calciatori in campo.
Incubo infortuni in casa Milan, l’interpretazione dell’esperto
“Metterei da parte il discorso fortuna per ciò che concerne i problemi fisici dei giocatori del Milan. Parlerei piuttosto di lavoro: è importante lavorare senza paura“, ha esordito il professionista. “Spesso a causa delle tante partite ravvicinate e della pressione esercitata dagli allenatori e dagli stessi preparatori, si tende ad allenarsi meno tra una partita e l’altra. Non si tratta di riposare di più, quanto del timore di infortunarsi, compromettendo così la presenza in campo nelle gare successive“, ha continuato.
“È possibile ridurre dimezzare il carico o aumentarlo, ma l’importante è non farlo con la paura. E se il tecnico e il preparatore lavorano con questa paura addosso, questa la si tramette ai giocatori. È provato ormai che meno si lavora e più aumenta il rischio di infortunarsi“, ha concluso.
Se contiamo anche i lungodegenti Bennacer e Caldara, e aggiungiamo a questi anche lo squalificato Olivier Giroud, Stefano Pioli dovrà fare ancora a meno di 9 giocatori in vista del prossimo impegno dei rossoneri. Ovvero la gara casalinga contro la Fiorentina. E non dobbiamo dimenticare che gli stessi Calabria e Loftus-Cheek, che dovrebbero essere disponibili contro i toscani, sono reduci da problemi fisici che gli hanno impedito – soprattutto nel caso dell’inglese, di svolgere completamente il programma di allenamento settimanale. L’allerta, insomma, è sempre massima.