In attesa che eventualmente diventi ufficiale la nuova carriera extra-campo del totem svedese al Milan, ci si lancia in auspici
Dopo innumerevoli rumors, che spesso celavano meri desideri dei tifosi ma senza che ci fosse ancora qualcosa di vero, finalmente la Montagna e Maometto – facile capire chi sia quest’ultimo… – si sono incontrati per davvero. Gerry Cardinale, il patron del Milan, e Zlatan Ibrahimovic, uno dei giocatori più rappresentativi dell’ultimo decennio e non solo, hanno parlato. Sul tavolo, e stavolta non si scherza, c’è il ritorno dell’ex attaccante nel club. Non in veste di calciatore, ovviamente, ma di consigliere.
La natura della collaborazione – che, ribadiamo, non è ancora ufficiale, spazia dal diventare a livello istituzionale un uomo di fiducia di Cardinale – una sorta di braccio destro col quale interloquire di questioni squisitamente organizzative – a personaggio di raccordo tra lo staff tecnico e il gruppo squadra. Una sorta di team manager ma con un ruolo molto più ampliato nelle competenze.
Nella ridda di voci che prevedono anche un duplice incarico che inglobi entrambe le casistiche sopra elencate, Carlo Pellegatti, il giornalista super tifoso rossonero, ha detto la sua intervenendo ai microfoni di TVPlay.
Pellegatti sul ritorno di Ibra: il ruolo dello svedese
“Ci sta chiedersi quale sarà il suo ruolo. Perché è li che verte la situazione. Ibrahimovic non va certo a tagliare i nastri. Bisogna vedere che ruolo vuole. Se gli darà quello di consulente personale è come se hai un pass per entrare ovunque. Se si sente importante verrà. Poi lui adesso fa quello che vuole, è in una zona di comfort dopo tanti anni di calcio. Se torna al Milan si tratta di ritornare alla sua realtà, che sino a qualche settimana fa non voleva tornare a vivere. Però mi dicono che quando è andato a Milanello ha sentito una scossa, è come la passione“, ha esordito col suo solito incedere Pellegatti.
Lo stesso giornalista si è interrogato approfonditamente sulle dinamiche che starebbero portando al grande ritorno tanto voluto dai tifosi. I dubbi sul fatto che tutti, nel club, gradirebbero la venuta di Ibra, Pellegatti ha dichiarato: “Come la prenderebbe Pioli? Se è onesto si rende conto che non può gestire tutto. Serve una figura d’aiuto. Chiamatelo come volete“.
Infine, il duplice auspicio. Sempre nell’interesse del bene supremo, che resta il Milan: “Serve uno che aiuti in maniera concreta il tecnico. Theo Hernandez non sta andando bene? Se accadeva l’anno scorso andava Maldini a parlare. Ibra lo vorrei come un Oriali o un Vialli della situazione. Non avendo uno come Galliani che faceva entrambe le cose, serve una figura così“, ha concluso.