Leao torna ad animare la critica. Il portoghese deve e può dare di più, ma non può certo essere considerato il primo problema del Milan
La pesante sconfitta contro l’Udinese, che ha fatto cadere il Milan in una profonda crisi, ha fatto sì che la critica ponesse il dito contro tutto e tutti.
Nel mirino è chiaramente finito Stefano Pioli e le sue scelte. Il Diavolo ha perso malamente dopo aver vissuto una settimana da incubo: il tecnico e il suo staff sono stati contestati sui social per i tanti infortuni, poi si è continuato a discutere per il caso Calabria e per i malumori di Rafa Leao e Olivier Giroud, manifestati in occasione del pareggio contro il Napoli.
Sono stati i giorni anche di Zlatan Ibrahimovic e di un suo possibile ritorno alla base. Lo svedese è visto come la soluzione a tutti i male del Milan, anche se Pioli – come ha lasciato intendere in conferenza stampa – non la pensa esattamente così. Ibra sarebbe riaccolto a braccia aperte dal mister, ma soprattutto dai calciatori, che hanno bisogno del suo carisma e della sua leadership. Ne sarebbe felice senza ombra di dubbio anche Rafa Leao, che continua ad essere criticato.
Milan, Leao nel mirino della critica
Anche stamani in molti – tifosi e non – hanno messo nel mirino il talento portoghese, accusato di essere tra i responsabili principali di questo momento più che complicato del Milan. E’ vero che dal numero dieci del Diavolo ci si aspetta di più. Ci si aspettava quel salto di qualità che non è arrivato.
Tre gol e quattro assist in quattordici partite disputati. Sono questi, d’altronde, i numeri di Leao. Numeri non certo di un campione. Ma non può essere il portoghese il principale responsabile della crisi del Diavolo. E’ vero che ieri non è riuscito a lasciare il segno, ma Leao ci ha provato fino alla fine: è stato spesso egoista, testardo e approssimativo, ma non ha mai mollato. Ha provato a rendersi pericoloso e spesso è riuscito a farlo, nonostante la squadra non sia mai stata capace di metterlo nelle migliori condizioni per far male.
Ha dovuto lottare sempre contro almeno un paio di avversari, non avendo praticamente mai la possibilità di andare nell’uno contro uno. La squadra si appoggiava a lui, venendo visto come la vera ancora di salvezza di questo Milan, ma la squadra non è riuscita a giocare per lui, rendendogli la vita complicata. Nessuna sovrapposizione, nessun movimento per portargli via un avversario, nulla di nulla. Prendersela con Leao, che non è certo messo nelle condizioni migliori, appare dunque un po’ esagerato.
Leao può e deve dare di più, se vuole davvero diventare un campione, ma in questo momento non può certo essere considerato né il primo, né il secondo né il terzo problema di un Milan che ha perso completamente la retta via.