Garlando: “Ibra utile come Maldini, ma a Pioli non serve un badante”

Il giornalista sportivo Garlando ha commentato l’eventuale ritorno di Ibrahimovic in rossonero da dirigente.

Da settimane si parla della possibilità che Zlatan Ibrahimovic torni al Milan in una veste differente, dopo essere stato un importante calciatore della squadra. Ci sono stati già degli incontri con Gerry Cardinale e Giorgio Furlani per discutere del ruolo che andrebbe ad occupare.

Ibrahimovic, nuovo ruolo al Milan
Garlando e il ritorno di Ibrahimovic al Milan (Ansa Foto) – MilanLive.it

Certamente riportare lo svedese a Milanello sarebbe una mossa importante, perché ridarebbe al gruppo un leader carismatico in grado di dare ulteriori motivazioni a un gruppo che a volte ha bisogno di una spinta in più. Con l’addio di Paolo Maldini è venuto a mancare quel tipo di figura. Vedremo se l’ex attaccante si accontenterà di essere una sorta di team manager o se vorrà un incarico più operativo all’interno del club.

Ibrahimovic e il ritorno al Milan: l’opinione di Garlando

Il giornalista sportivo Luigi Garlando in un intervento a TV Play ha espresso il suo pensiero a proposito dell’eventuale rientro di Ibrahimovic nell’ambiente milanista: “Lui ormai è un impero commerciale e non gli piace delegare, vuole essere presente. Può curare sia il Milan sia i suoi affari? Credo che questo sia il punto. Forse sì. In secondo luogo, va trovato un equilibrio in società. Il problema è che Pioli lo percepisca come il suo badante, cosa di cui non ha bisogno. Non gli serve un motivatore. Ibra può essere utile, ma non deve calpestare la professionalità dell’allenatore“.

Ibrahimovic, nuovo ruolo al Milan
Garlando e il ritorno di Ibrahimovic al Milan (Ansa Foto) – MilanLive.it

Garlando, firma de La Gazzetta dello Sport, ha aggiunto altre considerazioni sul ruolo che potrebbe avere Zlatan: “Non può fare la bandiera, deve avere un ruolo. Io lo vedo una figura utile come lo era Maldini, dal confronto Pioli può maturare delle decisioni. Da quando è andato via Maldini, ad esempio, Theo Hernandez è un altro. Quel vuoto lì c’è e Ibra può riempirlo. Leao uguale, anche se Ibra ha detto che è l’unico con il quale non ha trovato modo per comunicare perché vive in un mondo suo. Poi c’è il discorso di metterci la faccia, dopo il derby non lo ha fatto nessuno. A battere le mani sui vetri a Marassi sono capaci tutti. Serve una persona che ci metta la faccia in dirigenza“.

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