L’ormai ex cantante ha preso il patentino per poter diventare agente Fifa e dunque procuratore di calciatori. E tenta subito Leao.
Quello dei procuratori sportivi è sicuramente uno dei mestieri più discussi e controversi del calcio odierno. Figure professionali, a volte molto discusse, che devono pensare al bene dei calciatori per cui lavorano, ma anche al proprio tornaconto personale.
Basti pensare a quanto fu discussa l’attività del compianto Mino Raiola, super-agente che ha avuto nella propria ricca scuderia numerosi fuoriclasse, da Ibrahimovic a Haaland passando per Donnarumma. Le manovre dell’italo-olandese hanno fatto storia, poiché ha sempre avuto la capacità di spostare i suoi clienti con ingaggi faraonici, ottenendo anche commissioni esagerate.
Un mestiere dunque difficile ma ambizioso, che fa gola a chi si vuole tuffare nel mondo degli affari. Questo è il caso di Francesco Facchinetti, che è passato dall’essere cantante, dj e personaggio televisivo ad agente FIFA a tutti gli effetti. Infatti il noto DJ Francesco ha da poco conseguito il patentino per poter operare come agente nel calcio che conta.
Facchinetti: “Il calciatore è come un artista”. Poi tenta Leao
Figlio del celebre Robi, voce e leader dei Pooh, Francesco Facchinetti si è fatto conoscere diversi anni fa con alcune hit ballabili e godibili. Per poi diventare una presenza fissa televisiva e partecipare persino ad alcuni film da attore.
Grande tifoso interista, Facchinetti ha però un debole per un calciatore rossonero come Rafael Leao. E nella sua nuova attività da procuratore sportivo lo vorrebbe senza dubbio nella sua scuderia: “Amo Leao, un giocatore pazzesco. Perché gioca ridendo, è felice. Poi è appassionato di musica, con lui c’è un grande brand da vendere” – ha dichiarato nell’intervista concessa al Corriere della Sera proprio per promuovere la sua nuova attività sportiva.
Interessante il paragone che Facchinetti ha utilizzato per accostare i calciatori di alto livello ai musicisti: “Il calciatore è come un artista, concentrato a perseguire la sua arte. Perciò se per lo stress scivola in alcuni comportamenti proibiti, cosa che abbiamo visto ultimamente, io parto dal presupposto che il manager sia responsabile. Nel mondo della musica se io faccio firmare un artista con Warner e poi è un flop, la colpa è anche mia. Invece nel calcio sembra sempre che la colpa non sia di nessuno”.
Chissà se Leao, seguito dal noto agente portoghese Jorge Mendes, non possa in futuro accogliere l’invito di Facchinetti e cambiare procuratore, magari trovando anche un certo sfogo nella sua passione musicale da rapper.