Cardinale vuole fortemente il ritorno di Zlatan Ibrahimovic e Pioli è d’accordo: lo svedese detta le condizioni
Quella visita dopo la terribile sconfitta nel derby con l’Inter ancora fa parlare. Zlatan Ibrahimovic, uno dei campionissimi del Milan degli ultimi anni, è tornato a Milanello per dare manforte e spirito nuovo ai suoi ex compagni prima del match contro il Newcastle.
Una presenza che ha innescato inevitabilmente numerose voci, relative ad un ritorno in pianta stabile di Ibra in un nuovo ruolo: da dirigente. Nelle ultime settimane sono state fatte tante ipotesi sul ruolo di Zlatan, il quale però “non ha ancora deciso cosa fare da grande“, come ha annunciato Paolo Scaroni dopo l’assemblea degli azionisti. Oltre al calcio, ha vari impegni lavorativi come imprenditore e come testimonial, ma valuta concretamente un ritorno nel calcio: il Milan potrebbe essere un’occasione per iniziare questa nuova carriera.
I giornali odierni tornano proprio a parlare dell’ipotesi Ibrahimovic per il Milan del futuro. Un’idea che solletica parecchio Gerry Cardinale, attuale patron milanista. L’imprenditore statunitense è affascinato dalla figura di Ibra e per questo motivo da tempo sta provando a convincerlo a tornare. Fra i due ci sono già stati degli incontri, così come con Giorgio Furlani.
Allora cosa frena ancora questo atteso ritorno? Lo stesso Ibrahimovic, che ha altri impegni, sia lavorativi che familiari, e vuole riflettere con calma sulla decisione da prendere. Si sta godendo un periodo sabbatico dal calcio e deve presumibilmente decidere se intende rientrarvi da subito o aspettare ancora.
Oltre a questo, come spiega il Corriere dello Sport, Zlatan avrebbe dettato delle condizioni specifiche: dirà sì ad un innesto nel nuovo Milan solo con un ruolo centrale e non marginale. Lo svedese non accetterebbe posizioni di rappresentanza part-time, se deve impegnarsi per il Milan vuole farlo a 360 gradi.
L’ideale, ipotizzando un futuro di Ibra in ambito rossonero, sarebbe quello di club manager, cioè quella figura da raccordo fra squadra, allenatore e società; Cardinale invece lo vedrebbe più come dirigente vero e proprio, magari come ambasciatore del Milan nel mondo, seguendo le orme di due ex milanisti come Baresi e Massaro. Un ruolo che, però, non convince a pieno lo svedese.