Statistiche impietose per il laterale francese del Milan, una delle note dolenti dell’ultimo periodo: arriva la sentenza
C’era una volta un treno che viaggiava sulla corsia di sinistra. C’era una volta un inesauribile stantuffo che si sovrapponeva a Rafael Leao per creare scompiglio sulla corsia di competenza. Oppure, come in occasioni di storiche sgroppate tagliando il campo verso il centro, seminando il panico nelle difese avversarie.
Al di là dell’insufficiente prestazione fornita in quel di Parigi, Theo Hernandez non sembra più lo stesso praticamente da inizio stagione. Anche i dati statistici, per una volta specchio fedele delle prestazioni in campo, non mentono: un solo gol, alla seconda giornata contro il Torino, e zero assist per l’ex Real Madrid. Davvero troppo poco per uno che negli ultimi anni è stato il vero valore aggiunto dell’attacco rossonero.
“Più ancora che da Giroud, il Milan è sinistra-dipendente. Si appoggia tanto su quella fascia e sulle giocate di Theo Hernandez e Rafa Leao“, ha incalzato Fabio Capello alla Gazzetta dello Sport parlando dell’inaspettata aridità offensiva dell’undici di Pioli.
L’ex tecnico si è poi soffermato più specificamente sul transalpino, entrando nel dettaglio del momento difficile.
Capello ‘tira le orecchie’ a Theo Hernandez
Vittima anche, nella settimana che aveva preceduto Milan-Verona del 23 settembre, di un affaticamento muscolare di lieve entità, l’affanno del francese è evidente anche dalle tante ammonizioni rimediate in stagione. L’ultima di queste, il giallo sventolato in faccia a ‘Marassi‘, è stato particolarmente sanguinoso. Perché ha costretto il Milan a rinunciare a lui, squalificato per cumulo di ammonizioni, nel match con la Juve.
“Theo non cambia più ritmo come ci aveva abituato a fare“, ha proseguito Capello. Che nel solco della discussione sui problemi offensivi del Milan non poteva non toccare il sempre ‘bollente’ argomento Rafael Leao.
“Leao è un po’ indolente ma è anche l’unico con capacità di strappo e di dribbling. Deve migliorare sotto porta e nella precisione al tiro“, ha concluso l’ex allenatore, che pare avere le idee molto chiare su quali siano i problemi che affliggono i rossoneri.
Tornando alla grana Theo Hernandez, anche il quotidiano Tuttosport pone l’accento sullo scarso apporto del mancino alla causa meneghina. Arrivando perfino ad ipotizzzare che lo strano atteggiamento del giocatore, spesso distratto e troppo falloso, possa essere in parte dovuto al dispiacere per gli addii di Paolo Maldini, colui che lo volle fortemente al Milan, e dell’amico Brahim Diaz.
Forse troppo poco per spiegare l’involuzione di un giocatore che resta una delle risorse più preziose del Milan. E che è chiamato, come gli altri, a battere un colpo il prima possibile.