Tijjani Reijnders ha parlato in un’intervista al Corriere della Sera, svelando anche un retroscena di mercato della scorsa estate.
Tra i tanti colpi estivi del Milan, regina del mercato senza ombra di dubbio, spicca la presenza in rosa di un centrocampista che ha sempre mostrato grande qualità di palleggio e spirito di adattamento. Parliamo di Tijjani Reijnders, calciatore olandese arrivato in estate dall’AZ Alkmaar per circa 19 milioni di euro.
Giocatore di qualità, voluto fortemente dalla proprietà milanista per dare nuove soluzioni alla mediana rossonera. Già divenuto pupillo di Stefano Pioli, che non può quasi mai fare a meno di questa mezzala offensiva, abile comunque a dare equilibrio e solidità al reparto.
Intervistato dal Corriere della Sera, Reijnders si è espresso sui primi mesi in maglia Milan: “Per me giocare qui è un sogno che si avvera, una grande occasione e ne sono fiero. Per questo cerco di farmi trovare sempre pronto. Posso dire solo ‘wow’, il Milan è un sogno. Poi Milano è una bellissima città, mi piace la cultura, il cibo. Io e mia moglie Martina ci stiamo trovando alla grande”.
Reijnders, il no al Barça ed il rapporto con Pioli
Un retroscena di mercato è stato svelato proprio da Reijnders durante l’intervista: “Sì, per il Milan ho detto no ad alcuni top club come il Barcellona. Non ci ho pensato molto: il Milan era al primo posto, anche per il ruolo. Mi hanno spiegato come volevano che giocassi e ho capito che era la soluzione migliore per me”.
Sul rapporto con mister Pioli: “Abbiamo un gran bel rapporto, c’è stima e fiducia reciproca. All’inizio è stato difficile, per via della lingua, ma ora sto studiando l’italiano. Vado a lezione da un insegnante e guardo i film in lingua. Credo sia il miglior modo per imparare”.
Il derby è stata la prima vera batosta della sua esperienza italiana: “Siamo pronti a prenderci la nostra rivincita nella sfida di ritorno con l’Inter. Ma dopo quella partita abbiamo fatto un ottimo lavoro, non a caso siamo in testa alla classifica. Ma possiamo ancora migliorare e crescere”.
Infine un aneddoto sul suo nome Tijjani: “Mio padre, appassionato di calcio, me lo diede in onore di Babangida, calciatore nigeriano dell’Ajax. Non l’ho ancora conosciuto, spero di riuscirci perché era il suo idolo. Da ragazzino papà rimproverava me e mio fratello perché facevamo troppi passaggi e ci avrebbe dato 50 euro ad almeno due tiri in porta a partita. Ovviamente se ne è pentito…”