Marco Paoloni è tornato a parlare del caso scommesse nel calcio. Ha paragonato il suo caso a quello di Fagioli, rivelando dettagli cruciali
Ricordate l’ex portiere Marco Paoloni? L’oggi 39enne è lo stesso che nel 2011 ha subito una squalifica di cinque anni per aver scommesso sul calcio e non solo. Le sue parole a TV PLAY rimbombano forte dati i recenti fatti che hanno riguardato Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. Paoloni, ospite del programma su Twitch, ha paragonato il suo caso a quello attuale. Opinioni e dettagli cruciali quelli dell’ex portiere, che ha iniziato raccontando innanzitutto la sua storia.
“Otto anni sono lunghi, meglio partire dal 2011, l’assoluzione è stato il giorno in cui mi sono un po’ ripreso a livello umano e di immagine. Ho passato anni bruttissimi e la vicenda di questi giorni è simile a quella che è successa a me. Sono felice che la ludopatia sia ora riconosciuta come malattia, nel 2011 non era così. Il gioco non era riconosciuto come dipendenza. Questo elemento è molto importante” ha dichiarato Paoloni a TV PLAY, per poi paragonare il suo caso a quello di Fagioli.
“Fagioli ha preso sette mesi perché ha collaborato, non tanto in quanto ludopatico. La giustizia sportiva funziona un po’ in questo senso qui, se dici quello che vogliono sentirsi loro ti abbassano la pena, fu proposto anche a me stile ricatto. La mia e la sua sono due situazioni simili e diverse. Lui ha solo violato il codice 24, io avevo accuse molto molto più pesanti. Lo vidi come ricatto perché, quando ti metti seduto con dei procuratori federali che ti dicono ‘o dici questo o ti diamo il massimo della pena e ti radiamo’ parti già sconfitto, con la Procura Sportiva ognuno di noi parte sconfitto. Riguardo il discorso mio, hanno mantenuto la parola data, dandomi 5 anni con proposta di radiazione perché, secondo loro, non ho collaborato. L’ho pagata fino all’ultimo, nel 2019 sono potuto rientrare nel mondo del calcio, ma mi hanno precluso la carriera”.
Paoloni: “Le scommesse sono diffuse nel calcio”
Paoloni ha fornito dettagli importantissimi sul calcioscommesse, e dunque su quanto sia un fenomeno diffuso ad ogni livello del calcio. Rivelazioni che fanno un po’ paura quelle dell’ex portiere: “Io avevo problemi con il gioco. Sono cresciuto nella Roma e ho fatto panchine in Serie A e Champions, senza mai giocare, poi sono sceso in B e in C, quello che succede è uguale però in tutte le categorie, tutti sanno tutto. Io all’epoca stavo alla Cremonese e si sapeva del mio problema, così come io sapevo di tanti altri. Oggi come allora scommettere era un problema diffuso, parlo di scommesse sul calcio. Chi ti dice che chi scommette non scommette sul calcio ti dice una cavolata”.
L’ex Roma ha infine parlato di prevenzione per il problema della ludopatia all’interno degli spogliatoi: “Purtroppo, è un fenomeno diffuso. Un fenomeno che non si può combattere anche con più restrizioni poi c’è una bella differenza tra scommettere e vendersi le partite. Chi scommette nello spogliatoio si sa, ci dovrebbero essere persone incaricate da società e federazione per aiutare i ragazzi, non aspettare che esca il casino a livello nazionale, lo devono prevenire”.