L’ex difensore del Milan ha spiegato il suo punto di vista sul modo di giocare del centrale inglese e di cosa dovrebbe fare
Fikayo Tomori ha cominciato la sua quarta stagione con il Milan e rappresenta ormai a tutti gli effetti il leader della retroguardia dei rossoneri. Il centrale inglese è il difensore quello che ha collezionato più presenze nella linea difensiva del Diavolo negli ultimi anni.
Il classe 1997 era arrivato in prestito dal Chelsea nel gennaio del 2020, proprio prima dello scoppio della pandemia per il Covid, ma è riuscito a convincere tutti in quei mesi e si è guadagnato il riscatto, con la società rossonera che ha speso una cifra molto importante per tenerlo in via definitiva (circa 28 milioni di euro). Oggi il difensore rappresenta chiaramente un punto fermo non solo del reparto arretrato, ma di tutta la squadra di Stefano Pioli.
Tomori ha sempre rappresentato una sicurezza per la squadra rossonera, ma è pur vero che alcuni momenti di black out li ha avuti anche lui. Inoltre, il suo gioco molto fisico e irruente, lo porta in più di qualche occasione a ricevere dei cartellini, che vanno poi a condizionare il resto della sua prestazione. Su questo fattore su è soffermato anche l’ex Milan Filippo Galli, che ha giocato nel club rossonero dal 1983 al 1996.
L’ex Milan parla dell’irruenza del centrale inglese
L’ex difensore del Milan ha rilasciato un’intervista a Tuttosport e ha parlato proprio del difensore e di questo suo modo di giocare eccessivamente aggressivo, che secondo il suo parere è al tempo stesso sia un pregio che un difetto.
Queste le parole di Galli a riguardo: “A volte ha questa irruenza nell’andare ad attaccare in avanti che se da un lato è un pregio, dall’altra deve imparare a saper gestire perché può costargli qualche cartellino. Ma questo lo sa anche lui. All’Olimpico contro la Roma è stato espulso e sicuramente poteva gestire meglio questa sua aggressività. Quella aggressività che però allo stesso tempo lo rende unico”.
Tomori ha rimediato 19 cartellini gialli e 2 rossi da quando è al Milan, un numero importante ma non così eccessivo per un difensore centrale, soprattutto se si considera il fatto che il 25enne è spesso chiamato ad affrontare gli attaccanti avversari nell’uno contro uno, proprio per il modo di giocare del Milan di Pioli, dove i difensori sono chiamati spesso a difendere a campo aperto.