Il capitano dei Reds e della nazionale olandese parla a cuore aperto di un problema già evidenziato da alcuni in Italia
Campionati nazionali, coppe nazionali – in alucni paesi, come Inghilterra e Francia, sono addirittura due – competizioni continentali. E poi, se allarghiamo il discorso alle rappresentative nazionali, le qualificazioni ad Europei o Mondiali che siano, la Nations League, le amichevoli. È un calcio frenetico quello che occupa tutti gli spazi possibili del calendario da alcuni anni a questa parte, con le istituzioni preposte all’organizzazione degli eventi – le singole leghe, UEFA e FIFA – che sembrano non volersi fermare davanti a nulla.
Il tema, che ricorre ciclicamente di quando in quando, è particolarmente sentito da tutti quelli che sono affezionati al ‘vecchio calcio’. Alle partite che dovrebbero essere disputate tutte la domenica alla stessa ora. Che sono contro lo spezzatino delle varir giornate di Serie A, che costringe parecchi club a delle vere e proprie acrobazie pur di avere la certezza di presentarsi al prossimo incontro con 12 o 24 ore di riposo in più.
Celebri, in questo senso, le esternazioni di Maurizio Sarri, che nel tempo ha lanciato più volte l’allarme. A suo modo anche il patron del Napoli De Laurentiis ha recentemente fatto sentire la sua voce, definendo ‘da deficienti’ l’organizzazione della Supercoppa Italiana, che per quest’anno ha cambiato formato, in Arabia Saudita.
Anche all’estero non mancano testimonianze da parte di chi in campo ci va per davvero. E che magari a fine anno accumula fino ad oltre 60 partite disputate tra club e nazionale.
Van Dijk lancia l’allarme: “Si gioca troppo”
“In Inghilterra crediamo che i calendari siano troppo fitti. I giocatori vengono pagati bene, ma questo non dovrebbe mai andare a scapito della nostra salute“, ha detto dal ritiro della nazionale olandese il capitano Virgil Van Dijk, colonna del Liverpool di Jurgen Klopp. “Continuiamo a dover giocare sempre più partite. Noi giocatori dovremmo iniziare a dire qualcosa in merito a questo argomento, contribunedo a trovare una soluzione“, ha concluso.
L’appello, non il primo lanciato negli ultimi anni, vede una netta contrapposizione tra le esigenze dei calciatori e tutta la macchina, organizzativa ed economica, messa in moto da un calendario che sta diventando sempre più denso di impegni.
Le logiche finanziarie – un qualcosa che va oltre le esigenze di un singolo club o della categoria poi effetitvamente protagonista in campo, cioè i calciatori – hanno creato un meccansimo che, per lo meno nel breve periodo, sarà difficilmente scalfito dai pur legittimi appelli di qualcuno.