L’ex attaccante del Milan si è raccontato in un’intervista, svelando anche un retroscena sul momento in cui lasciò i rossoneri dieci anni fa
Si è parlato tanto negli ultimi giorni di un possibile ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan, stavolta in una nuova veste, per continuare ad aiutare i suoi vecchi compagni di squadra.
L’ex centravanti aveva visitato Milanello qualche giorno fa e anche avuto un paio di colloqui con Gerry Cardinale. Intanto Zlatan ha si è raccontato al giornalista Piers Morgan, spiegando subito: “Potevo continuare, ma non volevo avere conseguenze al termine della carriera. Ho scelto di fermarmi e penso di averlo fatto nel momento giusto. Se però devo essere onesto, quando vedo altri attaccanti molto avanti con l’età che ancora giocano penso di poter giocare ancora. Farei molto di più di quello che fanno loro: potrei fare tanti nomi: il 95% degli altri attaccanti”.
Lo svedese ha poi parlato di stimoli e di futuro: “Ho giocato per 25 anni di fronte a 90mila persone, non sono così egocentrico da avere l’esigenza di queste attenzioni ora, altrimenti avrei fatto l’opinionista e le cose che fanno gli ex calciatori. Lo fanno perché hanno bisogno di questo tipo di attenzioni, ma capisco. Quando sei in campo ti senti vivo. Quando sei al top hai bisogno di trovare stimoli particolari. Ammetto che in trasferta mi sentivo vivo. Per esempio contro l’Inter, che è comunque casa mia, con 90mila che ti fischiano. Fare l’attore? Sono curioso, perché no. Voglio provare cose differenti.
Nel corso dell’intervista, Ibrahimovic ha poi raccontato il suo rapporto con due personaggi importanti come Mino Raiola e Pep Guardiola, svelando alcuni retroscena.
Su Raiola ha spiegato: “Era tutto. Quando è scomparso per me il calcio è cambiato. Sono diventato chi sono grazie a lui, ma ci davamo sempre battaglia e ci dicevamo anche cose pesanti, tipo ‘Vaff…, non lavori più per me’. Sapeva che saremmo stati poco a Barcellona e che non fossi adatto a quell’ambiente. Quando sono andato via del Milan diceva che non potevano pagarmi più e che dovevo andare al PSG”.
Infine su Guardiola: “Penso che sia un grande allenatore, ma poi c’è la persona. Gli ho chiesto di essere sincero con me e di poter parlare in maniera tranquilla. Gli ho spiegato che avevo bisogno del mio spazio per fare calcio, cosa che non potevo fare dopo il cambio di posizione con Messi. Sono rimasto poi sempre in panchina e penso che si sia sentito offeso della mia richiesta. Ok, ma devi essere diretto con me”.