Giuseppe Sala torna a parlare di San Siro e del futuro stadio del Milan. Una situazione ancora troppo squilibrata e poco chiara.
A Milano continua a tenere banco la situazione riguardante il futuro stadio delle due squadre cittadine, ovvero Inter e Milan. Sia il club rossonero che quello nerazzurro hanno bisogno atavico di un impianto moderno, più funzionale al di là degli impegni di campionato e coppe, all’altezza degli standard internazionali.
La prima idea di entrambe le società era quella di provare a costruire un nuovo San Siro, abbattendo inizialmente lo storico stadio Giuseppe Meazza e edificando dalle fondamenta un impianto nuovo di zecca, moderno e avveniristico, tra l’altro con il progetto disegnato dallo studio Populous già approvato.
La frenata su San Siro è giunta per via di diverse questioni annose e troppo complesse. In primo luogo per le proteste dei cittadini, in particolare gli abitanti del quartiere limitrofo. Ma anche per il vincolo inserito dalla Sovrintendenza sullo storico stadio, che il sindaco milanese Giuseppe Sala ha di recente definito “una cosa vergognosa. Se si mette un vincolo culturale su un luogo dove si gioca a pallone, allora estendiamolo al 90% degli edifici milanesi. Tutti i sindaci concordano che alle Sovrintendenze abbiano un potere eccessivo”.
Sala ci spera: “Ristrutturare San Siro con una squadra è fattibile”
Il Milan nel frattempo sta puntando l’area di San Donato Milanese per il suo stadio di proprietà, allontanandosi dal vecchio progetto San Siro. Anche se il presidente rossonero Paolo Scaroni non ha dato per definitivo l’addio futuro al tradizionale impianto cittadino.
Lo stesso sindaco Sala, intervenuto a Repubblica, ha voluto tenere aperta una porta, mettendosi a favore del ridiscutere il piano strategico. Ma senza demolire lo stadio: “Da milanese mi dispiace se il Milan va a fare il suo impianto a San Donato. Rimane il fatto che se rimettere a posto il Meazza con due squadre che ci giocano è impossibile, farlo con una sola è invece più fattibile. Continuo a pensare che San Siro ha la sua ragion d’essere anche per il futuro, anche se non sarà un futuro eterno. Nel 2026 ci sarà la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali e sempre quell’anno la finale di Champions sarà con ogni probabilità a San Siro. Insomma, è uno stadio tutt’altro che morto”.
Parole che potrebbero ripristinare i contatti tra Milan e Comune di Milano, anche se la proprietà RedBird sta lavorando al nuovo impianto nell’area San Francesco, a sud del capoluogo lombardo. Chissà se più avanti cambierà di nuovo qualcosa.