Sacchi ha fatto qualche osservazione critica dopo Milan-Verona: la squadra di Pioli non ha convinto affatto l’ex allenatore.
Non è stato sicuramente un bel Milan quello che a San Siro ha sconfitto 1-0 l’Hellas Verona. Prestazione non brillante, ma bisogna dire che la conquista dei 3 punti era la cosa più importante dopo il KO pesante nel derby e il pareggio deludente in Champions League.
Ha deciso un guizzo di Rafael Leao, capitano a causa delle assenze di Davide Calabria e Theo Hernandez. Il portoghese non ha sbagliato la chance più ghiotta capitata ai rossoneri nel primo tempo, sfruttando perfettamente un pallone recuperato da Olivier Giroud. Dopo le tante critiche ricevute, per lui era importante segnare e ripartire con più fiducia.
Arrigo Sacchi critico dopo Milan-Verona
Non sono mancati i commenti negativi nei confronti del Milan e di Pioli per la performance non esaltante messa in campo sabato pomeriggio. Tra i critici c’è anche Arrigo Sacchi, che su La Gazzetta dello Sport ha espresso le seguenti considerazioni: “Ho visto un Milan che arranca ancora. Non mi faccio incantare dal risultato, anche se battere il Verona non è mai facile. Il problema è che la squadra di Pioli non è ancora un collettivo. Essere un collettivo significa avere undici giocatori attivi con e senza palla, fare pressing, non fare lanci, tenere palla rasoterra e muoversi sempre. Se non c’è un collettivo, non c’è gioco di squadra, il talento da solo serve a poco“.
Sacchi ribadisce che non vede ancora il Milan come un collettivo ben funzionante, anche se ha poi ammesso che a Pioli va dato del tempo perché ci sono tanti giocatori nuovi. Inoltre, ha aggiunto: “Il Milan non ha ancora il necessario equilibrio. L’avevo già notato nel derby e anche contro il Verona ha dimostrato di avere ancora parecchi difetti. Gli attaccanti non rientrano in fase di non possesso, i difensori lanciano lungo quando hanno il pallone. Non si capisce che tipo di manovra si intende impostare, mi sembra ci sia un po’ di confusione e qui sta a Pioli mettere ordine e dare linee precise“.
L’ex allenatore del Milan e della Nazionale ha parlato anche di Rafael Leao, esponendo anche in questo caso alcune critiche: “Ha fatto un bel gol, ma oggi il Milan esiste soprattutto per il portoghese e questo è un limite. Leao, con il suo modo di stare in campo, con i suoi mancati rientri, con la mancata partecipazione al lavoro di gruppo, è quello che non ti permette di diventare un collettivo. Se si vuole compiere un salto di qualità in direzione di un calcio più europeo, è fondamentale che tutti siano funzionali a un progetto e che tutti si sappiano sacrificare in nome della squadra”.