L’ex allenatore ha espresso il suo pensiero sulla visita dello svedese al centro sportivo del Milan il giorno prima della sfida al Newcastle
La visita di Zlatan Ibrahimovic a Milanello dello scorso lunedì ha fatto parlare davvero tanto. Numerosissime sono state le voci che si sono susseguite dopo l’incontro fra lo svedese e i suoi ex compagni nel centro sportivo dei rossoneri.
L’ex fuoriclasse ha parlato non soltanto i giocatori, ma anche con mister Stefano Pioli, i cui dettagli della conversazione non sono stati svelati in toto dal tecnico nella conferenza stampa di qualche ora dopo. Ibra ha parlato con il suo ex allenatore e anche con Giorgio Furlani, il che ha fatto subito pensare a un suo possibile ritorno a Milanello, stavolta chiaramente in una nuova veste per aiutare il club.
Ipotesi che è poi stata confermata con la notizia dell’incontro fra Zlatan e Gerry Cardinale nella mattinata successiva in un hotel di Corso Venezia a Milano. Un colloquio fra i due che la Gazzetta dello Sport ha definito conoscitivo, perché il numero uno del Milan aveva intenzione di conoscere meglio il campione. Nessuna offerta di lavoro per ora, ma l’idea di un suo ingresso nello staff di Pioli c’è. Fabio Capello però ha commentato in maniera perplessa la visita di Ibra a Milanello.
Capello e l’autorità di Pioli
L’ex allenatore e attuale opinionista ha commentato l’incontro fra Ibra e i suoi ex compagni non del tutto positivamente, perché arrivato alla vigilia di una partita importante come Milan-Newcastle, sfida delicata anche per il ko pesante appena rimediato dal Daivolo nel derby con l’Inter.
Capello ha parlato a Sky Sport proprio nel prepartita del match contro i Magpies, valido per la prima giornata della fase a gironi di Champions League, nel quale i rossoneri hanno pareggiato per 0-0, pur meritando qualcosa in più. Queste la domanda che si poneva: “Ibrahimovic si è presa la briga di venire proprio in un giorno delicato come ieri?”.
L’ex tecnico, che ha allenato il Milan dal 1991 al 1996, ha chiarito il suo pensiero: “Se si è preso la briga di andare da solo e gli è stato permesso di parlare con i giocatori, a quel punto la leadership dell’allenatore lascia un po’ a desiderare“. Secondo Capello, in sostanza, ci sono già dei segnali che con l’arrivo di Ibrahimovic possa essere messa in discussione l’autorità di Pioli, cosa che però non è mai accaduta quando lo svedese militava nelle fila rossonere.