La difesa, il ruolo di Calabria, la fase offensiva: perché Pioli è il primo colpevole del disastro in Inter-Milan

Un’umiliazione storica per il Milan nel derby contro l’Inter, sconfitto per la quinta volta di fila. Pioli ha le maggiori responsabilità e vi spieghiamo il perché 

Cinque, come i gol segnati dall’Inter. Cinque, come i derby consecutivi persi dal Milan. Una sconfitta umiliante, storica. L’ennesima nel ciclo Pioli, dopo il 5-0 di Bergamo contro l’Atalanta il 5-2 contro il Sassuolo ad inizio anno. Chiaramente, un risultato del genere nella stracittadina assume un valore ancora più elevato, ancor più grave.

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L’analisi di Inter-Milan: perché Pioli è il maggior colpevole (ANSA) – MilanLive.it

Ci hanno fatto credere che il problema nei precedenti derby era la differenza di rosa. E probabilmente un fondo di verità c’era. Ma il divario tecnico e tattico che si era visto non era assolutamente giustificabile, soprattutto nelle due semifinali di Champions League. Figuriamoci se lo è adesso, dopo un mercato da oltre 100 milioni che ha elevato e di parecchio la qualità dei giocatori a disposizione. E invece, nonostante questo, si sono riviste le stesse cose, gli stessi errori, le stesse situazioni. Ecco perché le maggiori responsabilità dello scempio di ieri sono da attribuire a Pioli, a quanto pare incapace di preparare in maniera diversa questo tipo di match contro questo tipo di avversario.

I tre errori di Pioli

Alla vigilia del match, in conferenza stampa, ci sono stati due momenti chiave. A chi gli ha parlato dei precedenti derby, Pioli ha risposto dicendo che non gli interessava il passato ma solo il presente e il futuro. A chi, invece, gli chiedeva se la difesa con Kjaer si sarebbe comportata in maniera diversa rispetto al solito, ha risposto con un secco e quasi stizzito no, “perché dovrebbe?“. Ecco, a posteriori, sarebbe stato meglio dare peso a quei derby precedenti e, soprattutto, rivedere le proprie idee sulla difesa organizzata senza TomoriKalulu ma con Kjaer e Thiaw.

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L’analisi tattica di Inter-Milan (DAZN) – MilanLive.it

Quest’ultimo punto è nevralgico, perché ad oggi, a meno di 24 ore dopo la partita, è ancora inspiegabile la scelta del tecnico di giocare il due contro due con Thuram e Lautaro con le caratteristiche di Kjaer e anche di Thiaw (esposto a due pessime figure contro l’attaccante francese avversario) schierati coi piedi sulla linea di centrocampo – e con quindi un’enorme porzione di campo alle spalle da coprire. Nel primo gol nerazzurro Theo è in ritardo su Dumfries e lascia, appunto, Thiaw nell’uno contro uno con Thuram. Il tedesco recupera ma cade, la palla dell’attaccante arriva a Dimarco che sbaglia il tiro ma trova in area Mkhitaryan senza marcatura (ed era liberissimo anche Barella poco dietro di lui). Pochi minuti più tardi, all’11esimo minuto, un’altra situazione emblematica: l’Inter costruisce, Kjaer esce a centrocampo su Lautaro e lascia Calabria indeciso se sganciarsi su Dimarco o restare su Mkhitaryan e quindi resta nel mezzo, l’esterno della Nazionale arriva sul fondo e crossa ancora per l’ex Roma che di testa sfiora subito il raddoppio.

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L’analisi tattica di Inter-Milan (DAZN) – MilanLive.it

La posizione di Calabria

Restiamo in difesa e sulla scelta di confermare anche in questa partita la posizione da centrocampista di Davide Calabria. Che ha quindi svuotato la fascia destra per venire dentro al campo. Una scelta che andava corretta immediatamente perché non ha portato alcun tipo di vantaggio: non ha minimanmente influito sulla struttura dell’Inter, e quindi sulle posizioni di Dimarco (fisso su Pulisic), di Mkhitaryan e di Lautaro (che schermava Calabria mentre Thuram era su Krunic). Il vuoto lasciato dal capitano è stato scientemente invaso dai giocatori interisti. Simone Inzaghi ha sicuramente visto e studiato questa situazione. E infatti, guarda caso, il 2-1 di Thuram arriva proprio da quel lato, così come il 3-1 ancora di Mkhitaryan (che ricorda maledettamente il secondo dell’armeno nella semifinale d’andata di Champions League). Tutto troppo facile. Tutto troppo prevedibile.

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L’analisi tattica di Inter-Milan (DAZN) – MilanLive.it
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L’analisi tattica di Inter-Milan (DAZN) – MilanLive.it

Fase offensiva senza soluzioni

Prevedibile così come la manovra offensiva del Milan. Per l’ennesima volta l’Inter ha dato la sensazione di affrontare i rossoneri senza alcun tipo di fatica. A Simone Inzaghi è bastato sistemare la difesa organizzata come un blocco unico con cinque difensori, tre mediani a chiudere le linee di passaggio e i due attaccanti ad infastidire il possesso di Krunic e Calabria, lasciando quindi ai centrali più Theo di impostare. Per il Milan è stato come sbattere contro un muro. Nessuno dei difensori ha mai provato a rompere la prima linea con un inserimento o un imbucata – anche perché non hanno le qualità né la consapevolezza per farlo. Theo Hernandez ci ha provato in due occasioni: in una ha sfiorato il gol, nella seconda ha permesso a Giroud di sfruttare l’unico errore difensivo dell’Inter e verticalizzare su Leao per il momentaneo 2-1. In situazioni come queste servirebbero maggior personalità e qualità anche dei difensori per creare un po’ di scompiglio nel blocco avversario.

E qui torniamo al punto di partenza: Pioli è il maggior responsabile perché quanto appena descritto è applicabile ad almeno tre dei quattro derby precedenti (escluso l’1-0 dello scorso campionato). Non gli è bastato un Milan tutto nuovo e decisamente più forte per poter contrastare l’Inter, che è sicuramente più forte e più attrezzato anche nei cambi. Ma l’alibi della rosa non regge più. La speranza è, ovviamente, che l’allenatore possa trarne insegnamento per le prossime partite, in modo da regalare ai tifosi milanisti almeno un derby giocato alla pari e combattuto fino alla fine. Intanto c’è una Champions League da iniziare col piede giusto, contro forse l’avversario più abbordabile dei tre: il contraccolpo psicologico può essere durissimo, ma il Milan e lo stesso Pioli hanno dimostrato in passato di saper reagire alle difficoltà.

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