Indagine della FIGC sul coro anti-Juve cantato dai giocatori in pullman dopo Roma-Milan. Una mossa inaspettata e che, per un motivo in particolare, lascia perplessi
La Procura Federale ha aperto un’indagine sui “cori anti-Juve intonati dai giocatori del Milan” sul pullman verso l’aeroporto di Roma. Il video è stato pubblicato nelle storie Instagram di Rafael Leao poco dopo la partita e ha fatto il giro del web, grazie anche alla condivisione delle pagine social milaniste e non solo. Nessuno avrebbe potuto immaginare quello che poi è successo dopo.
Un intervento, quello della Procura, che lascia tutti molto perplessi. I tifosi milanisti sui social hanno subito ricordato episodi precedenti mai presi in considerazione dalla Federazione. Per esempio: dopo la semifinale di ritorno di Champions League, Dimarco aveva preso il megafono e, sotto la Curva Nord nerazzurra, intonato cori sfottò contro il Milan, esattamente come aveva fatto dopo la vittoria della Supercoppa Italiana a gennaio a Riyad. Nessun intervento da parte della FIGC in quel caso. Ma potremmo fare tantissimi altri esempi. Perché il calcio è anche questo, sfottò. E va accettato. Ma il vero intoppo di tutta questa vicenda è un altro.
Nel video pubblicato da Leao viene intonato il coro “Chi non salta è gobbo juventino“, cantato sempre dai tifosi a San Siro poco prima di ogni partita. I giocatori quindi lo conoscono benissimo: sia per la canzone in sé (“Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri, famossima in tutto il mondo) sia per il coro cantato dei tifosi. Il problema è che appare abbastanza evidente che non conoscono il testo. E infatti nel video le parole del coro sono biascicate (esattamente come quando gli italiani provano a canticchiare una canzone in inglese o in altre lingue) e le parole “Gobbo” (né tantomeno “Sporco”, come qualcuno ha provato a dire in queste ore) e “Juventino” non vengono mai pronunciate ma, piuttosto, come tutto il coro, farfugliate. Com’è possibile, quindi, aprire un’inchiesta se quelle parole non vengono mai pronunciate?