Maignan a SportWeek ha rilasciato alcune dichiarazioni interessante: è molto carico per la nuova stagione con il Milan.
Tra le certezze del Milan c’è sicuramente Mike Maignan, uno dei migliori portieri del mondo. Nella passata stagione ha dovuto saltare diversi mesi a causa di un infortunio muscolare e nella nuova spera di non avere altri problemi a frenarlo.
L’ex Lille è anche diventato il numero 1 della Francia e le responsabilità sono aumentate, ma a lui non spaventano affatto. Ha una personalità enorme, è un leader e affronta tutto con la calma del campione. Tutti si aspettano molto, però è lui in primis ad essere molto esigente con sé stesso e a pretendere grandi prestazioni. Diciamo che nessuno può lamentarsi del suo rendimento in questi anni.
L’estremo difensore francese ha rilasciato un’intervista a SportWeek e gli è stato chiesto come si stia approcciando alla nuova stagione: “Mai preoccupato. Ci saranno nuove sfide, nuove prove ed è proprio questo che amo“.
È soprannominato Magic Mike, qual è la partita nella quale si è sentito davvero magico? Ha risposto così: “Ogni volta che entro in campo è magico. Tutto lo stadio, tutto il popolo rossonero alle spalle, la magia si crea naturalmente. Il contesto di alcune partite rende la cosa ancora più speciale. Penso a due partite in particolare. La scorsa stagione quella giocata in casa contro la Fiorentina. Eravamo vicini allo Scudetto, ma non lo avevamo ancora in pugno e quel match si preannunciava complicato. I tifosi hanno scortato il bus, l’atmosfera era incredibile, ho sentito lo stadio spingere dietro di me, ci ha dato le ali, ci sentivamo invincibili. L’altra partita è stata l’andata contro il Napoli in Champions League. Si poteva sentire che il Milan è la Champions e che San Siro vive per quei momenti“.
Maignan ha spiegato anche com’era da bambino: “Sono sempre stato diverso, in anticipo rispetto alla mia generazione. E questo grazie alla mia mentalità, che mi dava un vantaggio sugli altri. Non ho mai seguito gli altri, ho sempre cercato di pensare con la mia testa“.
Il portiere del Milan rivela che la sua carriera tra i pali non è iniziata subito: “Ho cominciato a giocare a calcio a 6-7 anni. Ero attaccante oppure numero 10, non volevo andare in porta. Sono finito lì per caso. Mi alternavo tra portiere e giocatore di campo. A 12-13 mi è stato proposto di sostenere dei test a Clairefontaine, l’accademia nazionale di calcio francese. L’allenatore che mi accompagnò al provino mi lanciò una sfida ‘ Se arrivi all’ultimo turno di selezione, resterai portiere’. È quello che è successo. Mi voleva il PSG e ciò mi convinse a restare in porta. Ma ho mantenuto il desiderio di giocare più avanti e partecipare al gioco“.
Maignan è molto più di un portiere. Oltre a partecipare alla costruzione dal basso grazie alla sua bravura con i piedi, dà tantissime indicazioni ai compagni di squadra: “Per me è importante andare oltre la mia funzione. Il mio ruolo non si limita all’area di rigore, parlo molto con i compagni per prevedere le mosse degli avversari. Ho sempre avuto questa mentalità, penso sia benefica per la squadra. Se faccio una buona partita, ma la squadra perde, non sarò mai soddisfatto”