L’ex calciatore del Milan, che oggi si occupa di imprenditoria sportiva, ha parlato in questi termini dell’avvicendamento in società.
Ormai è passato circa un mese da quando, con grande sorpresa di tutti i tifosi milanisti e non solo, Paolo Maldini è stato allontanato dal proprio incarico come direttore dell’area tecnica del Milan.
Una decisione impopolare e molto forte quella della proprietà RedBird Capital, che ha deciso di voltare pagina. Nonostante l’importanza ed il prestigio di un dirigente come Maldini, il patron Gerry Cardinale ha preferito accantonare la vecchia strada. L’idea degli statunitensi è quella di puntare a progetti nuovi e differenti, anche a costo di tagliare nomi importanti.
A spiegare uno dei motivi, in termini imprenditoriali, del suddetto addio c’ha pensato Vitali Kutuzov. I tifosi più longevi e attenti del Milan avranno sicuramente memoria di questo attaccante bielorusso che ha avuto discreta fortuna in Italia. Per lui un’esperienza anche in maglia rossonera durante la stagione 2001-2002.
Intervistato da SerieAnews.com, Kutuzov ha toccato vari argomenti, anche legati a questioni di investimenti nel calcio. Infatti l’ex attaccante è ormai diventato un imprenditore vero e proprio. Ha persino avviato un progetto chiamato Sportex Club, una piattaforma digitale che si occupa di gestire al meglio un club attraverso nuove risorse.
Proprio per la sua competenza sulla gestione di una società calcistica, Kutuzov è stato interpellato sull’addio di Maldini e sulle divergenze con RedBird: “Maldini è una garanzia a livello sportivo, ma il mondo del calcio si avvia verso un’evoluzione. Vincere non vuol dire avere ricavi e solidità economica, ora il calcio va verso un equilibrio tra i due fattori. La visione di Maldini era diversa da quella di Cardinale, forse legata ad un calcio più classico. I tifosi giustamente sono arrabbiati, ma il club deve vivere di introiti e ricavi”.
Kutuzov parla di un modello ancora troppo tradizionalista in Serie A: “Purtroppo la malattia del calcio italiano è questa. Si vive il calcio con un modello passato, ma oggi le cose sono cambiate. I club qui producono poco e sono costretti a spendere tanto, così non si sopravvive e non si fa business”.
I motivi dell’esonero di Maldini sono comunque svariati: “Non sappiamo precisamente cosa sia successo. Magari volevano tenere Maldini perché è una bandiera, ma percepiva uno stipendio troppo alto e dovevano abbassare i costi del management. Non sappiamo quanto prendesse come ingaggio. So solo che con Cardinale cambia il modello, si va verso una rivoluzione e il Milan sarà un club più commerciale”.