Ancora un episodio negativo per l’ex attaccante rossonero, risalente allo scorso febbraio: il presidente del Sion non usa mezzi termini
Per Mario Balotelli si profila la conclusione dell’ennesima avventura calcistica non nel migliore dei modi. L’attaccante lascerà gli svizzeri del Sion dopo una sola stagione e anche lì non ha raccolto consensi, con la retrocessione del club.
Si tratta dell’ennesimo fallimento da parte del 32enne, che aveva lasciato in malo modo anche i turchi dell’Adana Demirspor dopo il litigio con il tecnico Vincenzo Montella. Prima ancora le due stagioni in Italia non entusiasmanti con il Brescia e il Monza in Serie B, per quello che ormai è un declino evidente per un talento del nostro calcio mai sbocciato a pieno. Le sue ultime speranze erano forse attaccate al Mondiale in Qatar, ma la non convocazione da parte di Roberto Mancini in quella fatidica partita contro la Macedonia hanno probabilmente fatto rassegnare Mario.
Le accuse verso l’ex Milan non sono mancate neanche questa volta e non dipendono tanto dai numeri (18 presenze e 6 gol in stagione) quanto, come al solito, dai suoi atteggiamenti. In questo caso c’è un altro episodio incriminato però e a rivelarlo è il quotidiano svizzero Blick, che ha svelato solo oggi un retroscena risalente però allo scorso febbraio. Il racconto lascia ancora una volta di stucco e ha del clamoroso.
Le parole pesanti del presidente: “Crede che per lui non esistano regole”
Ma cosa è accaduto di preciso? L’aneddoto è abbastanza divertente, anche se l’epilogo non fa ridere più di tanto. Balotelli e il direttore sportivo del Sion, il 28enne Barthelemy Constantin, si sono recati a Martigny per una festa.
Uno indossava una maschera de La casa di Carta e l’altro il costume di Pikachu. Fin qui tutto nella norma, ma le cose sono precipitate quando qualcuno ha riconosciuto i due e ha iniziato a fare delle foto. A quel punto è cresciuta la tensione prima a livello verbale e poi fisico. Nella colluttazione Balotelli ha anche rifilato involontariamente un pugno a Constantin, che infatti nella partita successiva era apparso con un occhio nero.
Anche il presidente del Sion Christian Constantin ci è andato pesante nel giudizio su Mario, sempre a Blick: “Questo ragazzo crede che le regole che governano un gruppo siano fatte per gli altri e non per lui. Se gli agenti sono interessati a piazzarlo in un Paese che non apprezza i soldi tanto quanto noi, forse giocherà di nuovo. O forse no. E forse è meglio così“.