L’ex tecnico aveva raccontato di quando Berlusconi non ascoltò il suo consiglio sul Fenomeno: l’aneddoto è particolarmente divertente
La morte di Silvio Berlusconi è stata un’occasione per ricordare tutto quanto fatto dall’ex presidente del Milan nella sua gloriosa esperienza da proprietario del club rossonero, il più vincente di tutti ovviamente.
In oltre trent’anni alla guida del Diavolo, il Cavaliere ha portato ai rossoneri ben 29 trofei. I numeri parlano chiaro e non si possono assolutamente discutere, ma non sono solo quelli che lasceranno Berlusconi nel cuore dei tifosi del Milan. In tanti stanno ricordando infatti diversi aneddoti della sua carriera da presidente e della sua esperienza nel calcio, che tra l’altro stava proseguendo con il fantastico percorso con il Monza.
Uno di questi simpatici aneddoti fu raccontato qualche mese fa da Fabio Cabello, storico allenatore del Milan dal 1991 al 1996, e dal 1997 al 1998. Senza dimenticare la sua esperienza da calciatore e quelle da allenatore nelle giovanili e come vice allenatore. Alla guida del Diavolo Capello ha vinto ben 5 campionati italiani, una Champions League, 4 Supercoppe Italiane e una Supercoppa UEFA. Di conseguenza il suo rapporto con Berlusconi era molto forte e consolidato.
L’ex tecnico e attuale commentatore qualche tempo fa ha rivelato appunto un curioso aneddoto e lo ha fatto in un intervento ad A Bola, riguardante il trasferimento di Ronaldo il Fenomeno dal Real Madrid al Milan nell’inverno del 2007.
L’allenatore era tornato sulla panchina dei Galacticos nella stagione 2006-07, quando la carriera di Ronny era già in declino, soprattutto per l’importante aumento di peso accusato dal brasiliano in quegli anni e dopo i tanti infortuni subiti in carriera. Il tecnico decise quindi di metterlo sul mercato a metà stagione facendo una scelta che fu molto discussa, per portare in Castiglia Antonio Cassano. Il Milan si mise allora subito sulle tracce del Fenomeno.
Capello rivelò al quotidiano portoghese: “Ricordo che Silvio Berlusconi mi chiamò per chiedermi come stava Ronaldo. Gli dissi che non si allenava nemmeno e che amava molto le feste e le donne, quindi ingaggiarlo sarebbe stato un errore. Il giorno dopo ho visto il titolo del giornale: ‘Ronaldo a Milano’. E’ stato molto divertente”.