Le dichiarazioni di Leonardo in merito a quanto successo in casa Milan. L’addio di Paolo Maldini fa chiaramente discutere ancora tanto. Ecco le parole del brasiliano
Il terremoto che ha colpito il Milan continua ad avere le sue scosse di assestamento. Non passa giorno in cui non viene pubblicata un’intervista, che prende le difese di una parte o dell’altra. Ieri hanno parlato Paolo Scaroni e Carlo Ancelotti, oggi è la volta di Leonardo.
Il brasiliano, ovviamente, si è schierato dalla parte di Paolo Maldini e le sue parole al Corriere della Sera non sono altro che un attacco a RedBird.
“Paolo è una figura unica – afferma il brasiliano -. Sono d’accordo con Ancelotti, il suo licenziamento è una mancanza di cultura, di rispetto anche verso i valori dello sport. Maldini è il Milan. Questa decisione crea disamore. Sono attonito: il Milan sta chiudendo con il bilancio in utile per la prima volta in oltre dieci anni, e il valore complessivo della società da quando è arrivato Elliott è quadruplicato“.
In questi giorni si sta parlando tanto dell’idea di sostituire Paolo Maldini, con l’intelligenza artificiali. Un gruppo di lavoro, che fa riferimento a metodologie legate al Moneyball, di Billy Beane. Un approccio diverse al mercato, che basa la ricerca su dati statistici.
Per Leonardo tutto ciò non è proprio una novità: “Sembra che l’acquisto di giocatori attraverso numeri e algoritmi sia la nuova frontiera: ma non è una novità. Si è sempre fatto ricorso a ciò negli ultimi anni“.
Paolo Maldini sarà un’assenza davvero importante. In questi anni, grazie al suo team, ha dimostrato di essere un dirigente competente e sono i risultati a dirlo. Lo Scudetto vinto contro ogni pronostico è il fiore all’occhiello di questa sua seconda vita al Milan.
Maldini mancherà, inoltre, per il suo carisma. La sua figura a Milanello è stata fondamentale e verrà a mancare un punto di riferimento per Pioli ma soprattutto per i giocatori. Gli attestati di stima arrivati da Tonali e compagni dimostrano quanto fosse importante Maldini: “Non possiamo sottovalutare quanto sia determinante per un giocatore il rapporto quotidiano e personale. È ovvio che i calciatori siano disorientati e si chiedano: “se hanno fatto questo a Paolo Maldini, cosa faranno con me”?“.