Un excursus sui colpi di mercato di maggior rilievo portati da Paolo Maldini, durante la sua gestione quinquennale nel Milan.
L’avventura di Paolo Maldini come direttore dell’area tecnica del Milan si è conclusa. Così all’improvviso, come un soffio di vento al termine di una stagione lunga, tortuosa ma comunque da ricordare per la squadra rossonera.
Le strade del Milan, di proprietà del fondo RedBird Capital, e di Maldini si dividono dunque. Ma c’è chi si sente già “vedovo” per la partenza dello storico capitano, il quale ha ottenuto ottimi risultati come dirigente rossonero. Non a caso negli ultimi anni il Milan ha vinto uno Scudetto contro ogni pronostico e si è assicurato per tre stagioni di seguito la qualificazione in Champions League.
Ma vanno soprattutto ricordate le intuizioni di mercato di Maldini, che assieme al braccio destro Ricky Massara (anche lui licenziato) ha portato in rossonero diversi calciatori di alto rango. Elementi che tuttora sono considerati titolari inamovibili o colpacci in prospettiva.
Maldini è tornato ufficialmente al Milan come dirigente nell’estate 2018, al fianco inizialmente di Leonardo. Dopo una prima stagione di assestamento, neanche troppo brillante, il direttore dell’area tecnica ha preso maggiori poteri e responsabilità anche dal punto di vista della scelta dei giocatori.
L’estate 2019 ha rappresentato quella delle prime intuizioni azzeccate di Maldini. Impossibile dimenticare il volo a Ibiza e la chiacchierata per convincere Theo Hernandez a sbarcare a Milanello. Il Milan si è così assicurato un terzino tecnico e di prospettiva, all’epoca considerato solo un talento dal carattere focoso. Colpo da 20 milioni esploso dopo pochi mesi in rossonero.
La stessa sessione fu anche quella del colpaccio Rafael Leao. Scovato nel Lille, dove era visto come un gioiello ancora lontano dall’esplodere, Maldini lo volle a tutti i costi (affare da 24 milioni). La sintesi del progetto tecnico rossonero: monitorare e comprare calciatori giovani, di valore, anche a costo di aspettarli qualche mese in più.
Non solo talenti in ascesa. Nel gennaio 2020 Maldini fu in prima linea per la rivoluzione Milan, affidata a Stefano Pioli ma coadiuvata dall’arrivo di due veterani che cambiarono la mentalità: il ritorno di Zlatan Ibrahimovic e l’acquisto di Simon Kjaer. Due over-30 che per mentalità e forza mentale diedero una sterzata ai rossoneri, in grado da quel momento in poi di non sbagliare un colpo.
Oltre che all’estero, Paolo Maldini ha saputo guardare anche al mercato italiano. Da qui si legge l’arrivo di Sandro Tonali nell’estate 2020, prima in prestito e poi riscattato un anno dopo a titolo definitivo. Il gioiello del Brescia fu strappato alla concorrenza dell’Inter, atteso, incensato e finalmente aiutato a diventare quello che è oggi: uno dei migliori centrocampisti della Serie A.
Tra i migliori colpi recenti targati Maldini-Massara anche Fikayo Tomori, ingaggiato per 29 milioni di euro dal Chelsea. Oppure Mike Maignan, preso per soli 15 milioni dal Lille per rimpiazzare in fretta e furia l’addio di Donnarumma. Oggi entrambi titolarissimi della difesa rossonera, in grado di prendersi subito le maggiori responsabilità e garantire prestazioni eccellenti. Chi meglio di Maldini poteva rinforzare a dovere il reparto difensivo?
Per non parlare di Olivier Giroud: una scommessa per il 36enne francese ampiamente vinta da Maldini, che ha scelto di puntare sulla sua esperienza e maturità piuttosto che spendere denaro su un centravanti meno giovane.
Criticatissima l’ultima sessione estiva di mercato gestita da Maldini. Il Milan ha però raccolto molto bene dall’approdo di Malick Thiaw, difensore ex Schalke 04 strappato per soli 7 milioni. Anche il colpo Charles De Ketelaere va nominato: acquisto da 35 milioni bonus compresi, il più caro della gestione dell’ex capitano. Il quale magari potrà crescere in futuro, senza subire la solita fretta diffamatoria.
Tutti questi acquisti hanno un punto in comune. Si tratta di calciatori non solo importantissimi per il Milan attuale di Pioli, ma soprattutto capaci di valorizzarsi ed avere oggi una stima di mercato molto più elevata rispetto al passato. Un plusvalore generale dovuto alla capacità di osservazione e di riconoscere il talento, tipica di un uomo di calcio serio e professionale come Paolo Maldini.