L’addio di Maldini e Massara ha scosso l’ambiente rossonero, di nuovo alle prese con una rivoluzione. Adesso tocca a Furlani
Il Milan senza Paolo Maldini è un Milan senza un pezzo della sua storia. E per un club che fa della tradizione e del mito uno dei suoi punti di forza è una cosa non di poco conto. La decisione di Cardinale di licenziare il direttore tecnico è stato uno shock difficile da prevedere e, soprattutto, da digerire.
Per Maldini (e per Frederic Massara, che non va mai dimenticato) parlano i risultati sul campo, le intuizioni sul mercato e le trattative per i rinnovi di contratto. In particolare quella per Rafael Leao, l’ultimo grande regalo dei due dirigenti al club. Un capolavoro per pazienza e per ottimismo, per diplomazia e dettagli economici. Ma tutto questo non è bastato: la proprietà ha preso una decisione clamorosa e inaspettata e ha scatenato l’ira dei tifosi sui social – la scelta di non pubblicare il comunicato ufficiale né su Twitter e né su Instagram come di solito dice molto.
E ha scosso anche un po’ lo spogliatoio, con alcuni membri che hanno pubblicato delle storie eloquenti (fra chi si è limitato ad un saluto e chi, invece, come Maignan e Leao, ha lanciato anche un messaggio). Cosa succederà adesso? La figura chiave è quella di Giorgio Furlani, che ha preso il posto di Ivan Gazidis come amministratore delegato e che adesso, con l’aiuto di Geoffrey Moncada e di Stefano Pioli (ma servirà comunque un direttore sportivo abilitato), lavorerà con più coinvolgimento sul mercato.
“Con l’obiettivo di permettere al Milan di progredire, abbiamo deciso un riassetto organizzativo che porta alla creazione di un gruppo di lavoro per la parte tecnico-sportiva“, ha detto nella sua intervista alla Gazzetta dello Sport. Furlani è un abilissimo manager, con grande fede milanista (che non guasta mai) e che sposa a pieno le idee di calcio/business di Cardinale. Ma ci ha tenuto a ribadire che l’ambizione è sempre quella di essere ai vertici d’Italia e d’Europa.
La responsabilità sulle sue spalle è enorme: la piazza è caldissima e non perdonerà nemmeno un passo falso. E sarà complicatissimo anche per Pioli, considerato intoccabile dalla proprietà (protetto anche da un contratto lungo e oneroso). E che adesso avrà un ruolo ancor più centrale. La speranza è che questo nuovo gruppo di lavoro, come lo ha definito lo stesso Furlani, possa far ricredere tutti e portare risultati importanti. Ecco perché è fondamentale aspettare e capire cosa succederà nei prossimi mesi (e nelle prossime settimane in tema calciomercato) prima di giudicare. Il progetto, legato al concetto di algoritmo e di Moneyball, è interessante e curioso, sicuramente moderno, e non per forza limitante in tema risultati. Ma in ogni caso, però, l’allontanamento di Maldini, e di conseguenza anche di Massara, è una scelta che lascia perplessi, anche per i modi.
Una situazione delicatissima, soprattutto dopo le ultime indiscrezioni sui dubbi del leggendario numero 3 rossonero su Pioli, criticatissimo dai tifosi per questioni tattiche, di scelte e di gestione dei nuovi (lo scarso utilizzo degli acquisti estivi resta un punto chiave della questione). Se fossero confermate, si spiegherebbero un po’ di cose (per esempio le perplessità di Maldini sulla difesa a cinque e sull’incapacità di contrastare l’Inter espresse in diretta, le tante immagini del direttore tecnico poco convinto dalla tribuna). Non ci resta che aspettare per saperne di più e fare luce su una situazione che ha dell’assurdo e che costringe il Milan, ancora una volta, a ripartire. Non da zero, ma quasi.