Daichi Kamada è un concreto obiettivo di mercato per il Milan. Il giornalista Giorgio Dusi ci spiega che giocatore è e cosa può dare ai rossoneri
Vincere contro la Juve per chiudere il discorso Champions. È questo l’obiettivo di Pioli e del suo Milan, impegnato domani all’Allianz Stadium contro i bianconeri. Ma la società è già al lavoro per la programmazione della prossima stagione.
Quello estivo sarà un mercato importante. Lo scopo, oltre a quello di rinforzare l’undici titolare, è anche quello di mettere a disposizione dell’allenatore alternative in panchina di qualità. Fra queste potrebbe esserci Dichi Kamada, in uscita a parametro zero dall’Eintracht Francoforte. Stando alle ultime indiscrezioni, il giapponese avrebbe già detto sì ai rossoneri: sta al club adesso decidere se chiudere o meno. In attesa di notizie, la redazione di MilanLive.it ha contattato in esclusiva Giorgio Dusi, giornalista di Tuttosport e Goal ed esperto di calcio tedesco.
Daichi Kamada al Milan, ruolo e caratteristiche: tutto quello che c’è da sapere
Daichi Kamada: quali sono le sue caratteristiche tecniche e tattiche?
“È un giocatore molto tecnico, ha un bel piede destro. Ha un discreto estro e fantasia, ha la scintilla sia in fase di rifinitura sia in quella di conclusione dell’azione. Agisce bene tra i 40 e i 15 metri avversari, arriva bene a rimorchio ed è preciso. Un po’ molle nel tiro, punta più sulla precisione che sulla potenza… Per questo secondo me segna meno di quello che potrebbe segnare. A volte si prende un po’ di pause, a livello caratteriale non è di quelli che rincorre l’avversario se perde palla… Poi è chiaro, anche questo dipende dal contesto. Ha giocato molto bene sia da sotto punta che anche nei due mediani. Quest’anno ha giocato molto nei due di centrocampo nel 3-4-2-1 non con compiti difensivi. Io lo vedo più come trequartista o al massimo mezzala in un centrocampo a tre. Ma in un contesto tattico chiaro e codificato può giocare anche a due ma con una difesa a tre”.
In quale ruolo lo vedi in questo Milan?
“Posso dire che nel 4-2-3-1 può fare molto bene quel ruolo, ma secondo me rende meglio se ne ha vicino qualcun altro, tipo in un 3-4-2-1 nei due dietro la punta dove c’è un altro che gli porta via un uomo. Se lo marchi a uomo, secondo me diventa abbastanza inoffensivo per le sue caratteristiche. Se lo schermi e lo raddoppi lo mandi un po’ in difficoltà. Ripeto, poi: nel sistema giusto può fare bene anche nel 4-2-3-1, dipende da che interpretazione dai”.
È in Germania da tanti anni.
“Dopo il prestito in Belgio è cresciuto tanto, sembrava potesse andare via e invece ha avuto un ruolo in prima squadra. è migliorato molto in fase di finalizzazione dove secondo me può ancora migliorare”.
Lo consideri pronti per grandi livelli?
“Dipende da cosa intendiamo per grandi livelli. Per una corsa Champions in Italia sicuramente sì, per essere decisivo nei quarti di finale di Champions non ancora, o forse non lo sarà mai. Ha 26 anni, è quasi nel pieno della sua maturità calcistica. È migliorato nella comprensione nel gioco, prima era più una scheggia impazzita invece adesso sa entrare meglio nei contesti di squadra. Ha vinto una Europa League, ha fatto un Mondiale col Giappone importante, ha giocato in Champions e fatto le coppe europee gli anni scorsi. Sicuramente può essere un valore aggiunto”.
Cosa si dice in Germania di questa trattativa?
“Si era parlato moltissimo di Borussia Dortmund come vice Bellingham. L’annuncio che va via a zero è stato dato ufficialmente, non ha uno stipendio particolarmente alto né lo richiede. Se ne parla tanto perché ha fatto bene, ha avuto un percorso di crescita importante in Bundesliga”.
Che voto daresti a questo acquisto del Milan?
“Non me la sento di dare un voto perché dipende da tante cose. Di certo chi lo prende per metterlo in panchina non fa un buon colpo perché lui ha bisogno di continuità. Se gli fai fare spezzoni va un pochino in difficoltà perché non ha quell’impatto instantaneo, lo ha fatto qualche volta ma non è una cosa sua. Se lo prendi per farlo giocare titolare la gran parte delle partite allora può essere un buon colpo, per la panchina invece fa un po’ più di fatica. Gli serve continuità anche per caratteristiche fisiche: magari entra subito in forma ma deve giocare spesso per acquisire fiducia. Kamada è un giocatore con pregi importanti ma ha bisogno di un contesto intorno a lui che sia funzionale. Non è un trascinatore, lo diventa quando le cose vanno bene ma di base non è un leader carismatico. In una squadra che funziona bene dà il suo contributo, quello sicuramente, soprattutto in fase di possesso”.