Abbiati ha detto la sua opinione sulla stagione del Milan, sull’importanza di Leao e anche sul valore di Maignan.
Ieri c’era anche Christian Abbiati alla decima edizione del Memorial Claudio Lippi al Centro Sportivo Vismara. Non ha giocato, però non ha fatto mancare la sua presenza all’evento organizzato per ricordare il giornalista sportivo scomparso in seguito a un incidente in moto.
L’ex portiere del Milan speso le seguenti parole per Claudio Lippi: “Ho un bellissimo ricordo. Ogni volta che ci incontravamo a Milanello mi prendeva in giro, perché ricordava sempre di avermi fatto gol quando giocava nell’Abbiategrasso Interregionale e io nel Borgosesia“.
Poi un commento sulla stagione della squadra rossonera: “Se dovesse qualificarsi in Champions League, sarebbe da 8. Nessuno si sarebbe aspettato che arrivasse in semifinale. Normale che la sconfitta nel derby può far diminuire il valore agli occhi degli altri, però secondo me hanno comunque fatto un’ottima stagione“.
Successivamente Abbiati è stato interpellato sull’importanza di Rafael Leao: “È il fuoriclasse della squadra. Sicuramente è importante e quando è assente ti manca qualcosa. Leao è quello che finalizza, ma dietro c’è un lavoro di squadra davvero importante. Società e allenatore in questi tre anni hanno fatto un ottimo lavoro“.
Cosa è mancato al Milan per avere la meglio sull’Inter nei derby di Champions League: “Certamente l’approccio nei primi minuti del primo tempo. Lì si è giocata questa semifinale. Penso che la rosa dell’Inter sia superiore a quella del Milan oggi. Una panchina più lunga sarebbe utile. Pioli ha fatto un ottimo lavoro, lo scorso anno ha vinto lo Scudetto e in questo è arrivato in semifinale di Champions“.
Inevitabile parlare anche di Mike Maignan: “Non lo conoscevo, mi ha stupito. È un ottimo portiere e penso sia uno dei più forti al mondo assieme a Courtois. Oggi giocare bene con i piedi è fondamentale, perché devi impostare il gioco. Il più forte della storia del Milan? Se si giudica per solo una o due stagioni, allora ti dico di sì. Poi è più difficile stare tanti anni ad alto livello, serve ancora del tempo per giudicare. Ci sono stati Donnarumma, Galli, Dida, Sebastiano Rossi“.