Il dirigente e ex difensore ha rilasciato una lunga intervista al conduttore, raccontando tantissimi aneddoti ed episodi della sua carriera
Paolo Maldini, attuale dt del Milan, è stato intervistato da Fedez per il suo podcast Muschio Selvaggio e ha raccontato davvero tantissimi aneddoti della sua vita e della sua carriera da calciatore prima e da dirigente poi.
Nella lunga intervista con il conduttore sono stati davvero tanti i temi toccati, dal calcio giocato al suo percorso di vita e professionale, ma anche da figlio e poi da padre. Tanti aneddoti raccontati, dal discorso iniziale di Berlusconi alle sensazioni prima di Corea del Sud-Italia nel Mondiale del 2002. Una serie di racconti interessanti e significativi all’interna di una chiacchierata piacevole.
Maldini ha raccontato innanzitutto il primo gol con la maglia del Milan: “Ho giocato quasi mille partite e mi ricordo praticamente tutto. Quando segnai il mio primo gol a Como non sapevo che fare. Per un minuto e mezzo ero stordito, anche perché non ero abituato. Mi ricordo che Berlusconi mi dedicò un orologio con una dedica per il mio primo gol in Serie A”.
Fra i tanti aneddoti e racconti c’è anche il paragone tra i vari allenatori chiave che ha avuto l’ex difensore quando giocava nel Diavolo, quindi Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti.
Queste le sue parole in merito: “Sacchi non ha mai giocato e aveva un approccio diverso all’inizio, poi è cambiato tutto e ci hanno ammazzato di lavoro per 3-4 anni. Con Ancellotti è stata la parte più bella. Capello mi prese e mi disse: ‘Tu lo sai che sei il migliore al mondo?’ e mi ha fatto crescere tanto come mentalità e visione generale”.
Maldini ha fatto anche, a posteriori, un commento sulla sua carriera e su quello che gli manca di quel periodo: “Del calcio mi manca quel mix di eccitazione e paura prima dell’inizio di un grande match. Se non avessi giocato nella squadra della mia città, con una squadra con quegli obiettivi…chissà. La carriera è una. Io ho trovato tutto nel momento giusto e ho avuto fortuna”.
Trovarsi in un ambiente familiare e ricevere i giusti consigli ha fatto nel suo caso la differenza, come precisato da lui stesso, che spiega anche: “Quando faccio le trattative, non giudico chi ha sofferto in passato e sceglie una squadra che gli offre di più, anche perché non veniamo tutti dallo stesso posto e le aspettative sono tantissime”.
Fra le varie confidenze del dirigente dei rossoneri ci sono anche quelle sull’episodio di tanti anni fa con Giorgio Chiellini in un Milan-Juventus e sulla crescita di Rafa Leao. “Quando presi per il collo Chiellini? Mi aveva dato una gomitata e non avevo voglia di rompermi il naso per la quarta volta e mi sono incazzato. Poi è arrivato Buffon e mi fa ‘Paolo calma!, e mi fece anche ridere, ma capita. E ancora su Leao: “E’ un talento pazzesco. Io sono un esteta e Leao è bello da vedere, è qualcosa di unico. Lui arrivava dalla panchina del Lille e quello che gli abbiamo insegnato che i numeri devono essere diversi, perché tre gol a stagione non bastavano”.
Ecco qui il video integrale dell’intervista sul canale Youtube: